"Berlusconi sale nei sondaggi, da grande saggio convince gli italiani"

La sondaggista Alessandra Ghisleri spiega il fenomeno Berlusconi: "Ha saputo rinnovarsi più di altri, conosce l'arte della politica e sa come raggiungere gli obiettivi"

"Berlusconi sale nei sondaggi, da grande saggio convince gli italiani"

Il 2020 che ci siamo da poco lasciati alle spalle si è concluso con un risultato davvero ottimo per Forza Italia: gli azzurri sfiorano quota 10% nei sondaggi e si attestano al 9,3%, salendo di quasi il 3% nell'arco dell'intero anno. Ma come mai il ruolo dei forzisti sta prendendo sempre più campo? Le tendenze elettorali risultano essere vantaggiose per l'area dei centristi? Sicuramente sì. Ma alla base c'è un'operazione ben precisa di Silvio Berlusconi, che sta riuscendo così a ottenere sempre più fiducia da parte degli italiani. Il buon momento dell'ex presidente del Consiglio è stato spiegato dalla nota sondaggista Alessandra Ghisleri in un'intervista rilasciata al quotidiano Libero.

È ormai una dato di fatto: il Cavaliere si sta prendendo la scena. Non c'è comunque da stupirsi: "Per i suoi numeri, le sue esperienze e le sue capacità, Silvio è sempre capace di mettersi al centro del dibattito". Il suo partito punta al 10%, ovvero una quota che garantisce un ruolo da ago della bilancia. Allo stato attuale comunque può vantare di avere tre volte i consensi di Matteo Renzi, che nel 2013 aveva dichiarato il "game over" ai danni di Berlusconi. "Ha saputo rinnovarsi più di altri. Ha mandato avanti i suoi uomini ritagliandosi un ruolo di grande saggio, che conosce l'arte della politica e sa come raggiungere gli obiettivi", sostiene la direttrice di Euromedia Research.

Il fenomeno Berlusconi

Ma l'ex premier ha ulteriori margini di recupero? Molto dipenderà da quanto si spenderà in prima persona. Perché lui conosce benissimo questa politica che ricorda la grande crisi delle istituzioni dei primi anni Novanta, quando emerse proprio il fenomeno Berlusconi: "Silvio ne padroneggia il linguaggio e i tempi, tant'è che in molti tratti nella comunicazione di Conte si riconosce una certa ispirazione al metodo berlusconiano". Appunto, dietro c'è anche un buon lavoro di comunicazione, di cui invece soffrono gli avversari che non riescono a indicare una nuova via. Senza dimenticare che pesa e non poco l'affezione al leader, "che resta comunque uno dei politici più votati degli ultimi trent'anni, e la sua capacità di incarnare un centrodestra moderato, del quale c'è domanda".

A Renzi conviene la crisi?

Lo spettro della crisi di governo sembra aver lasciato spazio alle trattative, al rimpasto e ai dietrofront pur di restare alla guida del Paese. Ma a Matteo Renzi conviene realmente staccare la spina ai giallorossi? "Dipende dall'evoluzione della caduta: se si votasse con l'attuale legge elettorale, Italia Viva dovrebbe trovare un asset in coalizione per poter avere una bonne chance. Se invece si formasse un nuovo esecutivo, il suo ruolo potrebbe tornare fondamentale", ha spiegato la Ghisleri. Alzare la voce e cercare di portare a casa le sue battaglie è sicuramente una strategia per aumentare il suo consenso di opinione, ma al momento il suo piano non sta funzionando: "Questa è l'opinione prevalente al momento. Per lui è veramente fondamentale motivare i suoi attacchi e le sue posizioni per non cadere nell'ambiguità di sole battaglie per nuove poltrone".

Il partito di Conte

Dalle ultime rilevazioni emerge che il premier Giuseppe Conte sia in notevole difficoltà sia per la pessima gestione della seconda ondata del Coronavirus sia per le continue minacce di Italia Viva. Cosa dovrebbe fare ora l'avvocato per tornare a quella alta soglia di fiducia che era riuscito ad accumulare nei primi mesi della pandemia? Sicuramente deve abbandonare l'ossessione per la narrazione, dedicandosi alla logistica e alla programmazione guidata: "Non è possibile scaricare le responsabilità solo sull'impasse dei partiti, sostenendo che la sintesi politica spetta a loro. Il premier deve offrire alla politica una nuova opportunità, un nuovo inizio".

Negli ultimi giorni si è parlato di una lista del presidente del Consiglio, ma la sondaggista non crede molto ai partiti personali che nascono dopo esperienze istituzionali: "Il ruolo vizia il consenso, che non può essere solo di opinione ma si costruisce sul territorio, dove i partiti, che hanno un radicamento forte, alla fine hanno più facilità a prevalere".

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