Gli Stati Uniti guardano con «grande attenzione» alla visita di Xi Jinping a Mosca e per il momento, tatticamente, non chiudono del tutto la porta alla possibile mediazione cinese nel conflitto in Ucraina. Washington, per ora, si limita a piantare un unico, fondamentale paletto: «No a un cessate il fuoco che non richieda il ritiro delle truppe russe», ha detto il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby. «Congelare» la situazione sul terreno non farebbe che favorire Vladimir Putin e «ratificare» le conquiste territoriali fatte finora. Gli Stati Uniti, rimasti forse spiazzati dall'annuncio della visita di Xi, puntano a fare emergere le contraddizioni del piano di Pechino, che Putin ha promesso di voler «studiare attentamente» e che non può respingere, per non fare uno sgarbo al potente partner cinese. Ecco allora che il segretario di Stato Antony Blinken, in mattinata, dopo avere criticato Xi perché fornirebbe una «copertura diplomatica» a Putin dopo l'ordine di cattura emesso dalla Cpi, non esita però riconoscere che «la proposta cinese include elementi che abbiamo sostenuto a lungo, tra cui garantire la sicurezza nucleare, risolvere la crisi umanitaria, proteggere i civili e, proprio al primo punto, il sostegno alla sovranità, all'indipendenza e all'integrità territoriale di tutti i Paesi». È lo stesso tasto sul quale batte la Casa Bianca nel pomeriggio, facendo un ulteriore passo. Xi dovrebbe «spingere» Putin a rispettare la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina, come prevede «per tutti i Paesi» la proposta di pace cinese, chiede ancora Kirby parlando con i giornalisti.
Gli Usa, dopo avere lanciato l'allarme sulla possibilità di un aiuto militare diretto della Cina alla Russia, tende ora a smorzare i toni su questo fronte. L'opzione «non è esclusa», ma al momento «non ci sono indicazioni» che Pechino stia procedendo in questa direzione, è la linea ufficiale di Biden, che con un messaggio traversale fa sapere a Xi che fornire «armi letali» a Mosca «non sarebbe nell'interesse cinese». Del resto, di immediate sanzioni nel caso la Cina dovesse superare questa linea rossa, avevano ampiamente parlato Biden e von der Leyen nel loro recente incontro alla Casa Bianca. Dal punto di vista americano, quindi, quello tra Xi e Putin, al di là del contesto ucraino, è un «matrimonio di convenienza», perché entrambi, spiega sempre Kirby parlando con i cronisti, vogliono sfidare la supremazia Usa e l'ordine internazionale sorto dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Nell'alleanza di comodo - «non è che abbiano alle spalle decenni di collaborazione e fiducia reciproca», chiosa Kirby - il parente povero sarebbe proprio lo Zar, che vedrebbe nel ben più potente e ricco leader cinese una «risorsa vitale», perché la guerra in Ucraina «sta andando male».
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