Con un'operazione militare annunciata alle 3 del mattino e conclusa con un comunicato in cui l'esercito israeliano spiega di aver preso il controllo dell'ospedale Al Shifa di Gaza, il livello dello scontro fra Hamas e Israele sale ancora di un gradino, proprio mentre in Qatar ripartono i negoziati per la liberazione degli ostaggi israeliani e una prima tregua di almeno sei settimane. In assenza di un accordo - è il messaggio di Israele - la guerra continua senza che ci siano luoghi sicuri per Hamas, nemmeno gli ospedali come Al Shifa, il più grande della Striscia, dove le Forze di Difesa israeliane annunciano di aver ucciso 20 miliziani, ma precisano che il lavoro del personale medico continua.
Di fronte a un conflitto che non accenna a spegnersi, Joe Biden torna a parlare al telefono con Benjamin Netanyahu: non accadeva dal 15 febbraio. «L'offensiva su Rafah sarebbe un errore», ha spiegato il presidente americano, che si è detto «profondamente inquieto» per la prospettiva, che dovrà essere preceduta dall'evacuazione di un milione e mezzo civili stipati nell'area. Per questo la Casa Bianca ha chiesto al premier israeliano di inviare un team a Washington per discutere: «Serve una strategia che funzioni». Anche sugli aiuti umanitari, mentre il World Food Programme Onu denuncia che il 70% del nord di Gaza affronta «una fame catastrofica». «Israele ha la responsabilità di facilitare il loro arrivo e può fare di più», le parole di Biden. «È una priorità urgente», bisogna «inondare» la Striscia con tutti i mezzi e risolvere «le difficoltà per muovere aiuti all'interno».
Gli ostacoli sono evidenti in assenza di una tregua. Un funzionario israeliano ha dichiarato al Times of Israel di non essere «per niente ottimista» sull'esito dei negoziati, che secondo un alto funzionario diplomatico sentito da Haaretz potrebbero durare due settimane. Stavolta si vuole arrivare alla Hamas «interna» - ha spiegato la fonte - cioè a Yahya Sinwar, il capo terrorista della Striscia nascosto nei tunnel sotteranei di Gaza e con il quale «ci vogliono tra le 24 e le 36 ore per trasmettere ogni messaggio». In questo contesto, si alza la tensione fra Unione europea e Israele dopo che l'Alto rappresentante, Josep Borrell, ha definito Gaza «un cimitero a cielo aperto» e ribadito che Israele non può «usare la fame come arma di guerra». La replica: «Così l'Ue aiuta Hamas».
Ma a spiegare che Borrell «esprime un'opinione personale, legittima, ma non concordata» è il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Accordo trovato, invece, nell'Ue sulle sanzioni ai coloni che attaccano i palestinesi in Cisgiordania.
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