Biden e un bis anti Trump. Ma è l'età il rivale più duro

Il democratico: "Penso di ricandidarmi". Avrà 82 anni. Il repubblicano, 78, sfida il 45enne DeSantis

Biden e un bis anti Trump. Ma è l'età il rivale più duro

Se veramente tra due anni ci sarà un rematch tra Joe Biden e Donald Trump, difficilmente il nuovo scontro avrà, tanto per fare un esempio celebre, il sapore di un Muhammad Alì vs Joe Frazier, l'epica rivincita che The Greatest si prese nel 1974 al Madison Square Garden di New York. Entrambi i pugili erano allora all'apice della loro carriera. Se i segnali che vengono lanciati in questi giorni dovessero concretizzarsi, l'anziano commander in chief avrà nel 2024 82 anni, mentre il suo predecessore e rivale ne avrà 78: l'elezione presidenziale più anziana della storia Usa. La nuova sfida apparirà più come l'esibizione di due campioni ormai stanchi, lontani dallo splendore di un tempo, che una battaglia per rilanciare il futuro dell'America nel XXI secolo.

Eppure, nessuno dei due sembra intenzionato a mollare. Trump, che con l'incriminazione e l'arresto a Manhattan per la vicenda Stormy Daniels è da giorni al centro della scena e sta facendo il pieno di donazioni dai suoi supporter, è saldamente in testa ai sondaggi tra gli elettori repubblicani. Fox News la settimana scorsa lo ha accreditato di un notevole 54%. Biden, che pure non brilla nelle rilevazioni sul gradimento del suo operato (l'ultima lo dava al 36%), ha ribadito che vuole riprovarci. «Intendo ricandidarmi, ma ancora non siamo pronti per annunciarlo», ha detto il presidente, intervenendo lunedì sulla Nbc. E se il tycoon repubblicano continua a punzecchiare il suo rivale più pericoloso (e non ancora ufficiale), Ron DeSantis, sconsigliandogli di candidarsi, l'anziano leader democratico, continuando a rimandare l'annuncio della ricandidatura costringe eventuali sfidanti a rimanere abbottonati sulle proprie ambizioni presidenziali. «Ron DeSantis è un giovane che non sta andando bene contro di me nei sondaggi, per dirla in maniera carina», ha ironizzato lunedì Trump sul suo social media Truth. Poi, l'attacco: se il governatore della Florida decidesse di candidarsi, «non farebbe che danneggiare e dividere il Partito Repubblicano, perderebbe il prezioso e massiccio voto Maga (la base elettorale di Trump, ndr) e non potrebbe mai più candidarsi con successo». Il messaggio è chiaro: aspetta il tuo turno, che non è quello del 2024. Biden non ha appunto il problema dei rivali interni. Due, entrambi inconsistenti, le candidature Dem già in campo. Quella della scrittrice pacifista Marianne Williamson e quella di Robert Kennedy Jr, l'avvocato no vax, figlio di Robert Kennedy e nipote di JFK. Per il presidente in carica, l'avversario più insidioso è proprio l'età. Questo probabilmente, il motivo che lo spinge a rimandare l'annuncio ufficiale. È probabile, come ipotizzano alcuni osservatori, che Biden attenda fino all'ultimo momento utile per formalizzare la sua nuova corsa alla Casa Bianca, per essere veramente certo che le sue condizioni fisiche gli consentano di sostenere gli enormi sforzi di una campagna elettorale.

Trump, dal canto suo, negli ultimi giorni ha anche segnato un punto a suo favore sul fronte famigliare. Alcune immagini comparse sui social media lo hanno mostrato nuovamente al fianco della moglie Melania, che da giorni era scomparsa dai radar. L'ex first lady non era stata al fianco del marito durante l'incriminazione a Manhattan e nemmeno si era fatta vedere a Mar-a-Lago al comizio che la sera stessa Trump aveva convocato per attaccare il procuratore Alvin Bragg e il giudice Juan Merchan. Un segnale, secondo alcuni media, soprattutto i tabloid, di una definitiva rottura dell'ex coppia presidenziale, preludio di un possibile divorzio. I due sono invece apparsi in pubblico, proprio a Mar-a-Lago, in occasione del pranzo pasquale, accolti da una standing ovation degli ospiti del resort. Joe Biden non ha problemi di questo tipo sul fronte famigliare, a parte l'ossessione dei Repubblicani per gli affari non sempre trasparenti del figlio Hunter.

Il presidente ha annunciato l'invio della first lady Jill a Londra a rappresentare gli Usa all'incoronazione di re Carlo III, mentre lui è in partenza per la sua Irlanda, dove farà tappa a Belfast e Dublino, con una mossa che punta a garantirgli il pieno di voti irlandesi in patria.

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