Biden-Meloni, addio da grandi alleati

Telefonata tra il presidente Usa e la premier: "Straordinaria collaborazione"

Biden-Meloni, addio da grandi alleati
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I sorrisi, i bacetti sulla testa. Certo, adesso arriva Trump con il quale c'è già da tempo grande sintonia, ma pure con Biden la premier aveva stretto un ottimo rapporto. «L'Italia è amica degli Stati Uniti, non del presidente in carica al momento». E ora che Joe sta per lasciare la Casa Bianca, Giorgia Meloni lo ringrazia «per la straordinaria collaborazione». Una telefonata affettuosa, di commiato, che serve a sottolineare «le eccezionali relazioni bilaterali su tutti i temi di politica internazionale». Giorni di cambiamento, c'è chi va e c'è chi arriva, come il nuovo capo dello Stato libanese, il generale Joseph Aoun (nella foto). «Sarà una guida sicura e autorevole di una nazione a cui siamo da storici e profondi rapporti», scrive in un messaggio la presidente del Consiglio. Roma, attraverso i soldati delle missioni Unifil e Mibil, continuerà «a contribuire alla pace e al benessere» del Paese dei cedri.

Diplomazia. Eppure, al di là del linguaggio protocollare, si scorgono due dei principali filoni della nostra politica estera. La difficile stabilizzazione del Medio Oriente è infatti tra gli interessi nazionali, e non a caso la Meloni cita i militari impegnati sul campo e gli sforzi per «sostenere la sovranità» di Beirut, la «ricostruzione» e il «rilancio dell'economia». Insomma, rassicura Aoun, «potrete sempre contare su di noi».

Ancora più significativo il colloquio con Biden, che ha dovuto cancellare all'ultimo momento l'incontro trilaterale a Roma con Giorgia Meloni e Volodymyr Zelensky per seguire gli incendi che stanno incenerendo la California. «Sono molto dispiaciuto di aver annullato il viaggio, però era importante che rimanessi qui per controllare direttamente la situazione». E infatti la premier, nel corso della conversazione telefonica, esprime «vicinanza e solidarietà personali e del governo per le terribili devastazioni» dei roghi.

Il presidente americano, fanno sapere da Washington, è «grato per il lavoro dell'Italia come leader del G7, nella Nato e nell'Unione europea» e apprezza «il sostegno al popolo ucraino». In particolare ricorda «l'importanza del risultato raggiunto» nel G7 con lo sblocco dei beni sequestrati agli oligarchi russi, che ha fruttato un prestito di 50 miliardi di dollari per Kiev. Parole di stima, simili a quelle pronunciate da Biden in autunno durante un incontro con la comunità italoamericana, quando parlò di «gestione straordinaria della presidenza del G7», di «forte leadership nell'Unione europea» da parte di una donna che «ha consolidato il ruolo dell'Italia sulla scena globale» grazie ai «contributi alla sicurezza transatlantica attraverso la Nato».

Mercoledì Biden terrà il suo ultimo discorso alla nazione dallo studio ovale. Il 20 gennaio l'insediamento del suo successore.

«I rapporti tra Roma e Washington sono particolarmente saldi a prescindere dal colore dei governi», ha detto giovedì nella conferenza stampa la Meloni, che conta comunque nel rapporto privilegiato con Trump per «rafforzare la convergenza». Ma Donald ha già chiesto agli europei di aumentare al 5 per cento del pil i contributi per la Nato: noi siamo sotto il due.

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