«Quel fottuto Putin», «Putin è il male. Abbiamo a che fare con l'epitome del male». A causa dell'uragano che sta imperversando in Florida, il presidente americano Joe Biden non sarà sabato a Berlino per l'incontro a quattro, adesso a 3, con i leader tedeschi, francesi e britannici. Ma il suo pensiero sulla guerra in Ucraina e sul presidente russo è chiaro e inequivocabile, da almeno due anni. Queste sono le parole che il presidente americano avrebbe detto ai consiglieri nello Studio Ovale nei momenti immediatamente successivi all'invasione russa. Le rivelazioni nel libro di prossima uscita «War» di Bob Woodward, confermano, almeno sino alle prossime elezioni, la linea della Casa Bianca sul conflitto a prescindere dalla presenza di Biden al vertice ristretto che precede la riunione del gruppo di contatto di Ramstein di sabato. Un vertice, quello ristretto, in cui stona l'assenza della premier Giorgia melone, presidente di turno del G7, che sarà comunque a Ramstein.
Non ci sarà Biden dunque, ma il cancelliere tedesco Olaf Scholz ospiterà il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro britannico Keir Starmer. Al centro dell'incontro la guerra in Ucraina in primis ma anche il conflitto in Medioriente. «Non verrà fuori un formato fisso sull'Ucraina, i forum di incontro sono tanti», spiegano da Berlino che ha fra l'altro citato proprio il G7 italiano come cornice di incontri «importanti». Sull'assenza di Meloni, e anche della Polonia con Donald Tusk, la replica governativa è stata che «abbiamo parlato spesso di Ucraina anche con la nostra partner italiana nel G7».
Quello di Ramstein sarà un vertice decisivo e non a caso dovrebbe partecipare anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, oltre a Biden se calerà l'allarme in Florida. Il «Piano per la Vittoria» presentato da Zelensky negli Usa non ha raccolto particolari consensi ed ora serve un svolta. Il piano sarà presentato nuovamente ai partner occidentali a cui si chiederà un ulteriore sforzo a livello di aiuti, sostegno e autorizzazioni a colpire oltreconfine con tutte le armi a disposizione per costringere la Russia a trattare da posizioni di svantaggio, dato che al momento rimane il veto, in particolare degli Stati Uniti. Biden tra l'altro si trova stretto tra la volontà di sostenere a fondo Kiev e le elezioni presidenziali per cui non gli è consentito di forzare troppo la mano. Quello che Zelensky potrà ottenere è una maggiore sostegno per quanto riguarda la difesa aerea, uno dei punti chiave tra le richieste ucraine.
Ma non è un caso che in ambienti Nato si inizi a parlare di possibili concessioni territoriali alla Russia coincidenti con l'ingresso dell'Ucraina nell'Alleanza, sul modello tedesco del dopoguerra. Ecco perché quello di Ramstein potrebbe essere un vertice davvero decisivo, per l'Ucraina ma anche per l'Europa. Giovedì, poi, Zelensky dovrebbe volare a Roma per incontrare la premier Meloni.
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