"Biden, segni di cedimento fisico e mentale". I 45 testimoni che inguaiano il presidente

Le voci raccolte dal "Wall Street Journal" tra repubblicani e democratici: "Appare confuso e spento, non è più lui"

"Biden, segni di cedimento fisico e mentale". I 45 testimoni che inguaiano il presidente
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L'età di Joe Biden torna prepotentemente al centro della campagna elettorale americana. Mentre la Casa Bianca continua a smentire le difficoltà dell'81enne presidente, da numerose testimonianze emergerebbero notevoli segni di cedimento. A rivelarlo è un lungo articolo del Wall Street Journal basato su 45 interviste che raccolgono le indiscrezioni di politici e collaboratori repubblicani e democratici.

In alcuni degli incontri a porte chiuse - secondo diverse fonti - talvolta Biden chiudeva gli occhi per un periodo prolungato, altre volte effettuava lunghe pause, oltre a leggere i suoi appunti per evidenziare punti già evidenti. E secondo altri parlava così piano che i partecipanti faticavano a capirlo. «Lo incontravo quando era vice presidente. Andavo a casa sua. Ora non è più la stessa persona», ha detto l'ex speaker della camera, il repubblicano Kevin McCarthy, ricordando che il suo comportamento cambiava molto da un giorno all'altro. Anche alcune delle persone che lavorano con lui, inclusi democratici e altri che lo conoscevano quando era numero due di Barack Obama, hanno descritto Biden come «più lento, qualcuno che ha momenti buoni e momenti cattivi».

In certi giorni aveva scambi sciolti con i repubblicani, in altri borbottava e sembrava fare affidamento sui suoi appunti. «Non potevi essere lì e non sentirti a disagio», ha detto al quotidiano un'altra persona che ha incontrato il presidente durante i negoziati sui finanziamenti del Congresso per gli aiuti all'Ucraina a gennaio.

Mentre diversi presenti hanno ricordato che Biden ha impiegato circa dieci minuti da quando è entrato nella stanza per iniziare la riunione, e quando lo ha fatto, ha usato degli appunti per sottolineare punti evidenti su cui tutti erano già d'accordo. Alcuni funzionari della Casa Bianca hanno smentito invece le sue presunte difficoltà. «I repubblicani in Congresso, i leader stranieri e gli esperti alla sicurezza nazionale hanno detto chiaramente che il presidente è un leader efficace», ha fatto sapere il portavoce Andrew Bates, sottolineando come i membri del Grand Old Party alla Camera stanno «diffondendo affermazioni false su Biden come tattica politica che contraddicono apertamente le precedenti dichiarazioni fatte da loro stessi e dai loro colleghi». E funzionari dell'amministrazione hanno descritto il comandante in capo come acuto e impegnato durante le lunghe ore nella Situation Room dopo l'attacco missilistico iraniano contro Israele. Tuttavia, anche tra i dem, più di una volta si è parlato del rischio che la sua campagna possa essere compromessa dai crescenti segnali della sua vulnerabilità fisica e mentale.

Come ad esempio in occasione di alcune ripetute gaffe pubbliche: a febbraio in tre giorni ha scambiato prima Macron con Mitterrand, poi Merkel con Kohl, e infine ha confuso il leader egiziano al Sisi con quello messicano.

E stando a quanto rivelato da un membro dello staff Gop al New York Post, le accuse allarmanti contenute nell'articolo del Wsj sono il motivo per cui il dipartimento di Giustizia si è rifiutato di rendere pubbliche le registrazioni dell'intervista di Biden con l'ex consigliere speciale Robert Hur nell'indagine sui documenti riservati. In un sondaggio condotto a marzo dal Wsj sugli elettori di sette stati chiave, inoltre, solo il 28% ha affermato che Biden è il più adatto fisicamente e mentalmente per la presidenza, mentre il 48% ha scelto Donald Trump.

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