«Calciobalilla come i videopoker: 4 mila euro di multa ai gestori inadempienti alla tassa». La notizia «rolla» come una stecca impazzita, e a noi del Giornale non resta che autodenunciarci, confidando nella comprensione dell'Agenzia delle Entrate. Anche perché, dopo circa 30 anni, la «violazione di legge» dovrebbe ormai essere andata in prescrizione.
Ci fu infatti un tempo remoto (il direttore era ancora Montanelli) quando al quinto piano, nella redazione sportiva, spuntò magicamente un biliardino come quello dei «peggiori bar». Per giocare contro Elio Corno: grande firma, ma soprattutto, gran solista di table football (ma se qualcuno si fosse azzardato a chiamarlo così sarebbe stato scaraventato per le scale), noi «ragazzi di bottega» ci mettevamo in fila. L'unico timore era che da un momento all'altro i nostri «capi» - non vedendoci ormai da ore - potessero fare irruzione trascinandoci via per le orecchie, come le mamme coi figli «debosciati» che bivaccano nelle sale giochi.
Ma se la scenetta si ripetesse oggi, ci sarebbe un rischio in più: il blitz della Finanza per controllare il «regolare pagamento della tassa sul calciobalilla». E, in mancanza dell'«apposita documentazione», giù multe: una mazzata da 4 mila euro. Il titolare del lido pugliese - ieri passato alla storia delle follie burocratiche come primo «contravvenzionato» per «biliardino abusivo» - sta ancora curandosi il bernoccolo. Appena si è sparsa la notizia, tutti i suoi colleghi d'Italia si sono preoccupati e, per non fare la stessa fine, hanno fatto sparire le fatidiche 10 palline bianche. Peccato che la precauzione non li metta comunque al riparo dal possibile cazzotto sferrato dal braccio violento dell'Erario: la «determina del 18 maggio 2021» prevede infatti che «siano sottoposti a certificazione giochi come calciobalilla, carambola, biliardo, flipper o dondolanti per bambini, più videopoker e slot». E sapete cosa sono, per il tragicomico linguaggio giuridichese, i «dondolanti»? Le altalene. Perfino loro assimilate alle viziosissime macchinette-mangiasoldi, leggasi slot-machine e videopoker. Quindi, occultate le racchette da ping pong e le bocce del tavolo verde, verrà impedito anche ai bambini di fare «su e giù» sulla tavoletta? Inverosimile. Infatti l'Agenzia delle Accise, delle Dogane e dei Monopoli spiega che le cose stanno diversamente: «Nostra intenzione è solo riordinare il settore giochi negli esercizi pubblici: distinguendo quelli che non prevedono vincite in denaro da quelli che per contro le prevedono». Ma cosa c'entra il «denaro» coi «calciobalilla, carambola, biliardo, flipper e dondolanti» dove, al massimo, in palio c'è un gelato o una birra ? «Non c'entra nulla - chiude il «caso» il direttore dell'Agenzia, Marcello Minenna -. Quella circolata ieri è una notizia priva di fondamento. Nulla è cambiato con la nuova regolamentazione che conferma la semplice compilazione di un'autocertificazione da presentarsi a cura del proprietario. Sotto l'aspetto tributario tali apparecchi sono assoggettati da oltre 20 anni all'imposta sugli intrattenimenti».
E ora, tutti in spiaggia, per reclamare la restituzione delle mitiche 10 palline bianche.
Niente soldi, solo birra e gelati.
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