Quel blitz Pd per piazzare la bandierina su legalizzazione e Ius soli mascherato

La Boldrini esulta, gli azzurri irritati per l'arroganza dei dem che bocciano gli emendamenti Fi. Lega e Fdi fanno le barricate

Quel blitz Pd per piazzare la bandierina su legalizzazione e Ius soli mascherato

In una Roma deserta (ieri si celebrava la festa di San Pietro e Paolo) nell'Aula di Montecitorio si riaccende lo scontro su Ius scholae e legalizzazione della cannabis. La sinistra di governo (Pd e M5S, Leu) tenta di piazzare le due bandierine.

Una doppia forzatura che provoca l'ennesima fibrillazione nel governo Draghi. A metà pomeriggio, la tensione esplode. La Lega convoca una riunione con il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari e il leader Matteo Salvini. Il Carroccio minaccia lo strappo: «Abbiamo fatto presente in capigruppo che portare alla discussione la liberalizzazione delle droghe leggere e lo Ius soli mascherato era inaccettabile perché per noi sarebbe difficile spiegare ai cittadini che ci occupiamo di questo invece che dei rincari dei carburanti. La risposta da parte della sinistra è stata arrogante, noi abbiamo i numeri. A fronte di questo atteggiamento abbiamo aperto una riflessione politica nella Lega, perché così non si può andare avanti», avverte Molinari. Più netto Matteo Salvini al termine della riunione con i parlamentari: «La sinistra vuole far saltare il governo».

Il capogruppo di Fi Paolo Barelli spiega: «In Conferenza dei capigruppo ho chiesto che su argomenti divisivi, come la cannabis e lo ius scholae, non si facciano delle forzature». La sinistra forza. I due testi approdano in Aula. È scontro a tutto campo.

La discussione generale sullo ius scholae inizia in serata dopo che la commissione Affari costituzionali alla Camera ha conferito il mandato - con la netta contrarietà di FdI e Lega - a riferire in Aula al relatore e presidente della commissione Giuseppe Brescia (M5s). Ciò è avvenuto senza aver concluso l'esame degli emendamenti: le proposte rimaste sul tavolo sono state considerate respinte dopo la votazione con esito positivo sul conferimento del mandato. Il provvedimento che sbarca in Aula prevede di conferire la cittadinanza a bambine e bambini nati in Italia o arrivati prima dei 12 anni e che hanno compiuto un percorso scolastico di 5 anni. Una vittoria per l'ala sinistra della maggioranza. Laura Boldrini esulta: «800mila ragazzi e ragazze minorenni aspettano, lo chiedono da anni. Non deludiamoli, andiamo fino in fondo». Forza Italia, che pure ha tenuto una posizione più dialogante, fa trapelare l'irritazione per gli emendamenti di mediazione bocciati sullo ius scholae da un Pd arrogante. Antonio Tajani precisa: «Siamo favorevoli allo ius scholae». Gli azzurri fissano un paletto: cittadinanza solo dopo ciclo completo 5+3 anni di scuola. Salvini, già prima dell'inizio dell'esame, aveva messo in guardia: «Incredibile, vergognoso e irrispettoso per gli italiani. In un momento di crisi drammatica come questo, la sinistra mette in difficoltà maggioranza e governo insistendo su cittadinanza agli immigrati e cannabis anziché occuparsi di lavoro, tasse e stipendi».

Dal fronte dell'opposizione, Giorgia Meloni chiede di «cancellare dal calendario dei lavori della Camera la discussione delle proposte di legge sulla cittadinanza facile agli immigrati e sulla liberalizzazione della droga.

Due provvedimenti ideologici e fuori dal mondo, portati avanti da una sinistra Pd-Cinquestelle ormai lontana anni luce dal mondo reale e dai problemi concreti dei cittadini». Il Pd non si rassegna. Emanuele Fiano alza i toni: «La Lega minaccia la crisi e Fi si accoda». Letta vuole piazzare le sue bandierine prima della fine della legislatura. Poco importa quale.

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