Bocciata la patrimoniale perché fa perdere gettito. Ora attenzione al catasto

Inammissibile l'emendamento Pd-Leu. Nannicini: "Rivedere i valori immobiliari"

Bocciata la patrimoniale perché fa perdere gettito. Ora attenzione al catasto

La legge di Bilancio del governo piace poco alla maggioranza che sostiene il governo. Ieri è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti alla manovra in commissione Bilancio della Camera. Quelli segnalati dai gruppi, cioè quelli ritenuti prioritari dai partiti sono 874. La metà vengono dalla coalizione che sostiene l'esecutivo guidato da Giuseppe Conte. Più nel dettaglio, il Movimento 5 stelle ne ha segnalati 195, mentre le proposte sostenute dal Pd sono 103. Italia Viva di Matteo Renzi si limita a 53 emendamenti, Leu a 38. Troppi per quella che si annuncia una delle sessioni di bilancio più corte della storia. Con il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri sotto la stretta sorveglianza dell'Ue.

L'iter ha riservato una sorpresa poco gradita all'ala sinistra della maggioranza. L'emendamento che prevedeva una patrimoniale - progressiva e, come nei peggiori incubi delle famiglie, ricorrente - è stata bocciata per ragioni tecniche. Per la precisione, per problemi di copertura. Circostanza che suona come un paradosso solo per chi sostiene ideologicamente il prelievo sulla ricchezza e sui risparmi.

Gli uffici della Commissione Bilancio hanno dichiarato inammissibile l'emendamento per «carenza o inidoneità della compensazione». La proposta di parte di Leu e Pd prevedeva uno scambio tra parte della patrimoniale che già c'è, cioè l'Imu e il bollo sui conti correnti, e un altro nuovo prelievo sulla ricchezza netta complessiva delle famiglie. Quindi la somma delle attività, compresi gli immobili, escludendo le passività, come ad esempio un mutuo.

La prima aliquota prevista dall'emendamento cassato ieri, è dello 0,2% sulla ricchezza netta fino a 500 mila euro. Dal milione di euro in su sale fino ad arrivare al 2% sopra i 50 milioni di euro e al 3% per quelli sopra i 50 milioni, ma a partire dal 2023.

Colpire le ricchezze, oltre a compromettere la competitività dell'Italia e scoraggiare l'ingresso in patria di contribuenti facoltosi, porta evidentemente poco gettito. Meno della patrimoniale che già c'è, in primo luogo l'Imu che porta alle casse dello Stato 20 miliardi all'anno.

Le motivazioni non hanno convinto i firmatari. «Incredibile che un'imposta che garantisce maggior gettito venga respinta con questa motivazione. Per questo faremo ricorso», hanno annunciato Nicola Fratoianni (Leu) e Matteo Orfini (Pd).

Il non detto della dichiarazione è che Orfini e Fratoianni credono a una bocciatura politica. Vero che la patrimoniale non è piaciuta al Pd e anche dentro Leu è stata bollata come un'iniziativa personale della componente di Sinistra italiana. Ancora una volta, per fortuna dei contribuenti, la litigiosità della sinistra avrebbe evitato una nuova tassa.

Che la bocciatura della commissione metta al sicuro i risparmi degli italiani è tutto da vedere. Più che il ricorso di Orfini e Fratoianni, le famiglie devono temere le patrimoniali presentate con altri nomi. Come tradizione dal 2012 in poi. Un saggio di come potrebbe andare l'ha dato ieri l'esponente Pd Tommaso Nannicini.

Bocciata la proposta dei colleghi, ha spiegato che «ogni ipotesi che voglia andare in questa direzione», cioè in quella della patrimoniale, «non può prescindere da una revisione dei valori degli immobili». Quindi riforma del catasto. E poi, ha aggiunto, «la prima regola aurea delle patrimoniali è che si fanno e non si annunciano». Come dire, non è finita qui.

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