"Bocciatura per chi occupa e fa danni"

Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara al liceo Severi di Milano: "Commessi molti reati, è stata un'azione militare". Denuncia in Procura

"Bocciatura per chi occupa e fa danni"
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Sono passate da poco le 11.30 quando l'auto del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara entra nel cortile del liceo Severi-Correnti, a Milano. Una visita a sorpresa, quella di ieri. Ma non troppo. Ad attenderlo c'è la preside, qualche professore e anche il prefetto per un tour della scuola devastata durante un'occupazione durata solo tre giorni ma con uno strascico di 70mila euro di danni (46mila solo di pulizia) e istituto inagibile per tre settimane. Il ministro gira tra le aule ancora imbiancate dalla polvere lasciata dagli idranti svuotati, i banchi e le cattedre accatastati, i computer rotti. La preside gli mostra tutto il grosso già fatto (come la ripulitura delle scritte oscene dai muri) e il tanto che c'è ancora da fare. Ma anche quei dettagli che trasformano i danni gravi in gratuito sfregio. I portacellulari, per esempio, quelle tasche numerate attaccate alle pareti in classe dove ogni studente ripone il telefonino prima dell'inizio della lezione. Tutto strappato, come sono stati divelti alcuni cavi elettrici, sradicati i water, spaccati i vetri delle porte. Il tutto, entrando a scuola con il volto coperto dal passamontagna per non farsi riconoscere dalle telecamere.

«È come un'azione militare, una guerriglia - finisce per commentare il ministro - Qui sono stati commessi diversi reati, oltre all'interruzione di pubblico servizio, al danneggiamento e alla violenza privata». Lo aveva già detto, Valditara, che chi rompe deve pagare. Ma qui, ora, rafforza l'annunciata tolleranza-zero per le occupazioni. «Bene hanno fatto le forze di polizia a trasmettere gli atti alla Procura. Chi sarà individuato responsabile deve essere condannato penalmente e, inoltre, deve risarcire i danni. In nessun modo deve essere la scuola e la comunità a rispondere dei danni». Non solo. «Stiamo studiando una norma - annuncia - per far sì che chi occupa, se non dimostra di non essere coinvolto nei fatti, risponda civilmente dei danni che sono stati cagionati. Inoltre presenteremo nel testo sul voto di condotta, una norma concordata con il ministero della Giustizia per agire in giudizio per danno d'immagine. Cosa già prevista per le aggressioni al personale della scuola, che forse si potrebbe estendere anche alle situazioni di questo tipo». In sostanza, spiega il ministro, in casi come questo, si metterà in atto «una presunzione che solo dimostrando di essere del tutto estraneo si potrà vincere».

Tutti colpevoli fino a prova contraria. «Chi occupa, chi compie un atto illecito, deve risponderne. E - incalza - credo che studenti di questo tipo non possano essere promossi all'anno successivo». Aggiunge che questa è solo una sua «riflessione personale» (personale da ministro, in ogni caso) ma «se non si dà un segnale forte da un punto di vista disciplinare, vuol dire che la scuola non risponde in modo serio. Chi fa questi atti di devastazione non ha capito il messaggio educativo della scuola».

Ricorda che un documento dell'associazione nazionale presidi del Lazio ha contabilizzato danni «solo per tre scuole a Roma di 350mila euro. Pensate, sommati in tutta Italia quanti milioni di danni generano sulla collettività atti illegali come le occupazioni.

E io dico, come ministro e come cittadino che siamo stufi di dover pagare per personaggi che non hanno il senso della collettività e che svolgono azioni di natura teppistica». Intanto la preside ha annunciato di aver iniziato le convocazioni degli 80 ragazzi che sono stati avvistati all'interno della scuola durante i giorni dell'occupazione «per accertare le loro responsabilità».

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