Viva la riservatezza. Anche se è una superstar planetaria, Andrea Bocelli ha il pudore di non apparire a tutti i costi. E pure stavolta lo ha dimostrato. Soltanto ieri si è scoperto che anche lui, come sua moglie Veronica e la loro famiglia, è passato attraverso le forche caudine del Coronavirus. Ma si è scoperto soltanto perché ieri mattina presto, senza dirlo a nessuno, è andato a donare il plasma al centro trasfusionale dell'ospedale Cisanello di Pisa diretto dal professor Francesco Menichetti, uno dei laboratori all'avanguardia per testare sui pazienti Covid-19 l'infusione di plasma da pazienti negativizzati. «Com'è stata la mia esperienza con il Coronavirus? - ha detto all'uscita del Cisanello quando, senza saperlo, si è trovato un bel po' di cronisti avvisati della sua presenza -. È stata una tragedia: siamo stati contagiati tutti in famiglia con tanto di febbre se pur bassa, starnuti e tosse. Abbiamo superato molto bene la malattia anche se io purtroppo ho dovuto annullare molti concerti ha poi aggiunto ed è stata una brutta esperienza. È stato come vivere un incubo perché avevo la sensazione di non avere più il controllo delle cose. Speravo di svegliarmi da un momento all'altro. Questo virus ha messo in ginocchio il mondo intero e io anche oggi non riesco a capirlo, a metabolizzare questa sciagura».
Molto probabilmente il tenore è stato colpito dal Covid intorno alla fine di febbraio. Poi ha fatto il tampone, il cui esito è arrivato intorno al 25 marzo. Negativo. Adesso però ha subito «risposto presente alla possibilità di donare il sangue, per lo studio sulla cura del Covid. Un piccolo gesto ma irrinunciabile con cui faccio la mia piccola parte», ha scritto su Facebook.
Perciò, quando Andrea Bocelli il 12 aprile nella sera di Pasqua, si è esibito dentro e davanti al Duomo di Milano (performance applaudita in tutto il mondo) ormai era totalmente fuori da ogni pericolo. Sui suoi social ha spiegato di non aver rivelato nulla finora per «non allarmare inutilmente i miei fan, per rispetto verso coloro che hanno contratto il virus con ben altre conseguenze, ed anche per tutelare la mia famiglia». E, senza rivelare niente, si è esibito da solo all'interno del Duomo di Milano nel tardo pomeriggio di Pasqua, uscendo poi nella piazza deserta per cantare una emozionantissima versione di Amazing grace praticamente in mondovisione.
Ma adesso che la tempesta pare un po' attenuata, il tenore prende posizione: «Grazie a Dio io non ricopro ruoli politici, non sono chiamato a prendere decisioni e non vorrei essere nei panni di chi queste decisioni le deve prendere», ha subito premesso prima di spiegare bene il proprio pensiero: «Sono consapevole della situazione che il virus ha creato nella prima fase ma adesso c'è un comportamento non normale.
Sono troppi coloro che temono questo virus come la lebbra in un Paese in ginocchio, un comportamento incomprensibile. Troppo allarmismo in questa fase. Era giustificabile all'inizio ma dopo due o tre mesi abbiamo le cure, il virus pare si sia indebolito, e ci sono delle valutazioni da fare adesso». Una riflessione condivisa da molti.
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