C'è un Elon Musk dei Carpazi dietro l'inattesa affermazione al primo turno delle presidenziali in Romania, una settimana fa, del candidato dell'estrema destra filorussa Calin Georgescu: ma, proprio per i sospetti che l'attività pre-elettorale sui social del «re di TikTok» Bogdan Peschir ha sollevato, quel risultato potrebbe essere invalidato e la votazione ripetuta il 15 dicembre, con eventuale ballottaggio rinviato al 29. Il tutto mentre oggi, a prescindere da cosa deciderà la Corte Costituzionale di Bucarest sulle presidenziali, i romeni sono chiamati nuovamente alle urne per eleggere il nuovo Parlamento. Ed è inevitabile riflettere su quanto il caos di questi giorni condizionerà queste elezioni cruciali.
L'exploit su TikTok di Georgescu, oscuro ammiratore di Vladimir Putin che i sondaggi stimavano sul 5% ma che ha invece sfiorato il 23, ha suscitato accuse di interferenze sul voto pilotate da Mosca. Qualcosa che si era già visto su larga scala in ottobre nella confinante Moldavia, ma anche in primavera in Slovacchia, che però come la Romania fa parte dell'Unione Europea e ha quindi un'importanza anche maggiore. Georgescu ha raccolto i consensi di una parte di elettorato nauseato dalla diffusa corruzione che il presidente uscente liberale Klaus Johannis aveva promesso di contrastare senza riuscirci, ma la sua ascesa dal nulla sembra semmai più derivare dalle manovre su TikTok di Peschir, finanziatore di Georgescu che era diventato famoso intervenendo nei live per elargire denaro ai produttori di contenuti attivi sulla piattaforma di proprietà cinese.
Peschir, arricchitosi con dubbi traffici di criptovalute, si è paragonato a Elon Musk, che pure premiava generosamente gli elettori dichiarati di Trump, ma sostiene di non conoscere personalmente Georgescu. Come che sia, al termine di un riconteggio dei voti imposto dal forte sospetto di irregolarità e dalla differenza minima (2.742 voti su otto milioni) tra il secondo e il terzo classificato del primo turno, si attende la decisione della Corte Costituzionale, mentre oggi comunque si voterà per il rinnovo del Parlamento, con l'estrema destra che spera di avvantaggiarsi del successo di Georgescu.
In Georgia, intanto, fosche nubi si addensano sulle speranze europeiste di un Paese che sta riprecipitando nell'orbita russa dopo tante speranze di aggancio al nostro mondo.
La polizia ha arrestato cento persone durante una seconda notte di proteste a Tbilisi e Batumi dopo la decisione del governo filorusso di sospendere i colloqui per l'adesione all'Ue. Giornalisti e cameraman sono stati picchiati e la folla insultata dalla polizia con l'uso di altoparlanti.
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