"Non possiamo lasciare nel guado tutte le coppie che aspettano di vedere regolamentate le loro unioni, sono persone vere e la politica ha il dovere di dare risposte". Laura Boldrini, presidente della Camera, in un'intervista al Mattino, si schiera a favore dell'approvazione del ddl Cirinnà sulle unioni civili.
"Su temi come questo non si deve arrivare al muro contro muro ideologico, va cercata una sintesi e poi bisogna decidere per dare ai cittadini le risposte di cui hanno bisogno. Come presidente della Camera - afferma - io ho il dovere di essere ottimista. Bisogna essere capaci di rinunciare alle contrapposizioni ideologiche e dare certezze normative". In qualità di presidente della Camera, in realtà, la Boldrini avrebbe il dovere di essere super partes ma, a dire il vero, anche i suoi predecessori, Fini su tutti, hanno abdicato da tempo al loro di terzietà.
E così non manca neppure un commento sulla conferenza stampa di fine anno del premier Matteo Renzi che ha legato il suo futuro politico all'esito del referendum sulla riforma costituzionale: "È una valutazione di Renzi, una sua scelta" che "dà il senso di quanto il governo abbia investito sulla partita delle riforme. In Parlamento c'è stata una discussione molto accesa" però "il confronto non è stato tra innovatori e conservatori ma tra diverse ipotesi di riforma".
In materia di immigrazione la Boldrini, poi, propone che l'Europa penalizzi economicamente quei Paesi che si rifiutano di accogliere i migranti riducendo loro i contributi che generalmente ricevono. A livello europeo propone un "Social compact", "ad esempio un reddito di dignità per gli indigenti dell'Eurozona, da finanziare con una imposta sulle transazioni finanziarie o con la carbon tax.
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