Bologna, assalto auto Salvini: a processo 20 militanti dei centri sociali

Il grave episodio avvenne l’8 novembre del 2014 dopo la visita di Salvini e di altri esponenti leghisti al campo nomadi di via Erbosa. Tensione in città per le contestazioni organizzate dai centri sociali contro la manifestazione della Lega per lanciare la candidatura di Lucia Borgonzoni alla presidenza della Regione Emilia Romagna

Bologna, assalto auto Salvini: a processo 20 militanti dei centri sociali

Nel giorno in cui a Bologna Matteo Salvini e la Lega lanceranno ufficialmente la candidatura della Borgonzoni alla presidenza della Regione Emilia Romagna per le elezioni del 26 gennaio prossimo, arriva una prima decisione processuale sulla violenta contestazione dell’8 2014 compiuta da collettivi e estremisti di sinistra.

In quell’occasione, i facinorosi manifestarono duramente contro gli stessi Salvini, Lucia Borgonzoni e il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, al termine di una visita al campo nomadi di via Erbosa. Durante la protesta, alcuni persone circondarono e assalirono l'auto su cui viaggiavano gli esponenti politici.

Ora 20 attivisti di diversi collettivi bolognesi che ritenuti responsabili delle violenze sono stati rinviati a giudizio. Un’altra posizione, invece, è stata stralciata per un difetto di notifica.

Lo ha deciso il gup di Bologna, Alberto Gamberini, al termine dell'udienza preliminare conclusa questa mattina. L'inizio del dibattimento è stato fissato il 13 maggio 2020. Gli imputati dovranno rispondere, a vario titolo, di violenza privata e danneggiamento aggravato. Depenalizzato il reato di ingiuria, mentre è prescritto quello relativo al possesso di oggetti atti ad offendere.

A otto imputati sono contestate anche le lesioni aggravate per l'aggressione compiuta al cronista de "Il Resto del Carlino" Enrico Barbetti che riportò una frattura del gomito. Per questo episodio si sono costituiti parti civili lo stesso cronista e la Poligrafici editoriale.

Grande soddisfazione per il rinvio a giudizio dei venti attivisti dei collettivi bolognesi è stata espressa dalla Lega. "Siamo contenti. Ci rivediamo l'anno prossimo e vediamo di capire quali sono le responsabilità perché è evidente che ci siano delle responsabilità", ha affermato Massimiliano Bacillieri, che rappresenta il partito, Matteo Salvini, Lucia Borgonzoni e Alan Fabbri, parti civili nel procedimento.

Nel frattempo, i centri sociali sono sul piede di guerra in vista della manifestazione di oggi pomeriggio della Lega al PalaDozza di Bologna che vedrà il leader della Lega lanciare ufficialmente la candidatura di Lucia Borgonzoni alla presidenza della Regione Emilia Romagna.

L'area nel quale si svolgerà l’evento si blinda. Alcune vie saranno chiuse al traffico veicolare mentre diverse linee di bus saranno deviate. Le forze dell’ordine, con almeno 250 agenti, sono mobilitate per evitare che i diversi schieramenti vengano a contatto.

Ll’ex ministro, commentando la tensione che si è creata in città, ha dichiarato che "se uno dice che Salvini non può

andare a Bologna, è pericoloso anche quello.. C’è qualcuno che dice che la Lega non può fare iniziative politiche a Bologna, e questo è fascismo. Dire che la Lega non può andare nei quartieri di Bologna è fascismo rosso".

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