Il "portafoglio del cittadino virtuoso" adottato a Bologna, per qualcuno, ricorda il modello di controllo sociale della Repubblica popolare cinese.
L'assessore al Digitale del capoluogo dell'Emilia-Romagna ha spiegato con toni entusiastici la novità condivisa con il primo cittadino Matteo Lepore: "Il cittadino - ha detto - avrà un riconoscimento se differenzia i rifiuti, se usa i mezzi pubblici, se gestisce bene l’energia, se non prende sanzioni dalla municipale, se risulta attivo con la Card cultura".
Premi, appunto, per i "cittadini virtuosi". Sembra un'iniziativa tesa ad aumentare il senso civico ma non tutte le forze politiche condividono l'impostazione. Un meccanismo di questa tipologia, del resto, è già adottato in Cina. Comunque sia, l'amministratore Massimo Bugani - come riportato da Repubblica - ha anche descritto il sistema di sconti che sarà correlato al "portafoglio del cittadino virtuoso".
Tra coloro che si sono distinti per ferma contrarietà alla misura, c'è il consigliere comunale di Fratelli d'Italia Stefano Cavedagna: "Lo Smart Citizen Wallet, il Portafoglio digitale del Cittadino, sa molto di "credito sociale cinese", la patente a punti dei sudditi del regime comunista, che ti dice se sei stato bravo o no - ha premesso l'esponente del partito guidato da Giorgia Meloni- . E ancora: "Sembra il "Grande Fratello" di orwelliana memoria: il Comune ti controlla, fino dentro casa, e ti dice se, secondo loro, ti stai comportando bene", ha aggiunto.
La preoccupazione monta anche per via delle possibili conseguenze sulla privacy sui cittadini che un sistema così potrebbe comportare. Poi, nella critica, c'è un passaggio che riguarda gli eventuali giudizi calati dall'alto: "Chi stabilisce se un cittadino è bravo o meno? Secondo quali criteri? Temiamo seriamente che un cittadino venga ritenuto bravo solo se fa quello che l’amministrazione desidera. Verrebbero creati cittadini di seria A e di serie B, quella sì che sarebbe una vera e propria discriminazione", ha concluso il consigliere comunale di Fdi.
Attenzione: non è soltanto il centrodestra a manifestare perplessità. Ernesto Carbone, ex deputato ed attuale esponente di punta d'Italia Viva, per stroncare l'iniziativa di Lepore e Bugani prende in considerazione anche qualcosa di già visto in una nota serie tv: "Il metodo del credito sociale che vuole introdurre il Comune di Bologna viene direttamente dalla Cina e si è visto pure in una puntata di Black Mirror - ha esordito, parlandone con IlGiornale.it.
"Il problema - ha aggiunto Carbone - è che l’Italia è una democrazia liberale, non una dittatura né una distopia su Netflix. Un conto sono gli incentivi alla legalità e un conto è la discriminazione.
Ad esempio chi è che non ha mai preso una multa? Per questo deve essere considerato un cattivo cittadino?", si è chiesto in chiusura il renziano.Tutto lascia supporre che le polemiche per il "portafoglio del cittadino virtuoso", che qualcuno inizia a chiamare "card sociale", siano appena iniziate.
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