Bomba davanti a libreria di destra Presi 8 anarchici

L'attentato il 1° gennaio: un artificiere perse la mano

Marco Gemelli

A Capodanno misero davanti a una libreria vicina ad ambienti di destra una bomba che ferì gravemente un artificiere. Ad aprile invece lanciarono una molotov contro una caserma dei carabinieri. Dopo mesi di indagine, ieri a Firenze sono stati arrestati sei anarchici nell'ambito di una mega-operazione che ha impiegato circa 200 uomini delle forze dell'ordine. Altre due persone sono state fermate, per gli stessi episodi, a Roma e Otranto. Per tutti l'arresto è motivato dal pericolo di fuga e le accuse sono gravi: tentato omicidio, costruzione, detenzione e porto in luogo pubblico di ordigno esplosivo, danneggiamento aggravato. Gli otto anarchici, tutti italiani intorno ai trent'anni, sono accusati di aver messo in atto due distinti attentati avvenuti nel capoluogo toscano negli ultimi mesi. Il primo - per il quale sono finite in manette cinque persone - risale a Capodanno, quando un ordigno artigianale collegato a un timer fu lasciato in via Leonardo da Vinci, davanti all'ingresso della libreria «Il Bargello» legata a Casapound: nell'esplosione l'artificiere della questura Mario Vece rimase gravemente ferito, perdendo l'occhio destro e la mano sinistra mentre esaminava l'ordigno. Altre tre persone sono invece state arrestate per il lancio di una molotov contro la caserma dei carabinieri di Rovezzano, la notte del 21 aprile.

All'alba di ieri decine di militari hanno eseguito il sequestro e lo sgombero della principale base del movimento anarchico locale, «La Riottosa Squat», una palazzina occupata da 10 anni in via Senese, alla periferia della città. Nel corso dell'operazione che ha portato ai sei arresti fiorentini, due degli anarchici un uomo e una donna hanno tentato di sottrarsi alla cattura barricandosi per ore sul tetto pericolante dell'edificio.

La polizia scientifica si è messa in azione subito dopo l'attentato di Capodanno, con un sopralluogo di un giorno e mezzo sulla scena del crimine. Un lavoro che ha dato frutti preziosi: gli investigatori sono arrivati a uno dei responsabili dell'esplosione alla libreria grazie a intercettazioni, pedinamenti e soprattutto al Dna trovato sul nastro adesivo usato per costruire la bomba: pochi giorni dopo lo scoppio, l'uomo che ha assemblato l'ordigno (nonché uno degli esecutori materiali) ha lasciato Firenze e si è spostato per l'Europa fino a fermarsi in Francia. Era rientrato in città solo da pochi giorni. Un altro degli otto arrestati si trovava invece in Salento, ospite di un centro sociale, ed è stato fermato in un blitz della questura di Lecce e della Digos in una villetta occupata. Perquisizioni sono state inoltre ordinate sia a Firenze sia in altre città: «Restano da individuare altri soggetti», ha spiegato il dirigente della polizia Eugenio Spina, a capo del servizio centrale antiterrorismo.

Secondo gli inquirenti, infatti, intorno al movimento anarchico fiorentino si sarebbe costituta un'associazione a delinquere su cui già da qualche tempo il Gip aveva emesso provvedimenti restrittivi. «Nel caso della bomba di Capodanno ha commentato il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo gli autori hanno installato un ordigno incuranti del fatto che in giro a quell'ora ci sarebbero state molte persone».

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