A bordo c'erano pure gli stupratori A Siracusa nuovo sbarco in spiaggia

Scese dalla barca della Guardia costiera, le vittime hanno denunciato quattro scafisti. Arrestati per traffico e violenze

A bordo c'erano pure gli stupratori A Siracusa nuovo sbarco in spiaggia

Ragusa «Sono stati loro. Guidavano i gommoni». La svolta nelle indagini sullo sbarco dalla nave Diciotti ha portato in carcere tre egiziani e un bengalese, ritenuti gli scafisti dei natanti soccorsi dalla nave della guardia costiera e fatti approdare a Catania. Ad accusarli sono stati gli altri immigrati, che hanno infranto il muro del silenzio, sapendo che ormai nessuno potrà fare loro del male. Poi le voci rotte dal rancore e dal dolore di alcune donne: «Ci violentavano». Una triste realtà che è stata confermata dai medici che hanno riscontrato i segni delle avvenute violenze.

I quattro arrestati si trovano rinchiusi nel carcere di Gazzi, a Messina, in celle separate e in isolamento. Sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla tratta di persone, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, violenza sessuale e procurato ingresso illecito. Il fermo è stato effettuato dalla Dda di Palermo, competente in quanto viene contestato il reato associativo, le indagini sono affidate alla Squadra mobile di Agrigento, dirette dalla locale procura. Si attende all'interrogatorio di garanzia da parte del gip di Messina.

Il fatto che le violenze siano state perpetrate in Libia, farebbe presupporre che non si tratti di scafisti arruolati sul posto tra coloro che volevano partire, magari in cambio del viaggio gratis. Le violenze, infatti, in genere sono subite dalle vittime nei capanni di detenzione nei quali sono ammassati in stato di reclusione tutti quelli che devono partire. Non è la prima volta che aguzzini e violentatori mettono piede in Italia. Basti pensare alle operazioni della Squadra mobile di Agrigento nel 2017, con l'arresto di John Ogais, 25enne nigeriano conosciuto come «Rambo», che torturava e stuprava, accusato da testimoni di avere anche ucciso. E qualche mese prima era stato tratto in arresto il ghanese Sam Eric Ackom, detto «Fanti», uno dei capi aguzzini. Anche loro si erano camuffati tra gli immigrati.

Gli stranieri scesi dalla Diciotti si trovano nell'Hotspot di Messina in attesa della destinazione definitiva. Un centinaio sarà accolto dalla Chiesa, una quarantina da Albania e Irlanda. La soluzione l'avrebbe il sindaco della Città dello Stretto, Cateno De Luca, che provocatoriamente dice: «Posso fare una proposta? Mandiamo i baraccati negli alberghi e i migranti nelle baracche? Non sarebbe giusto dopo 110 anni dare un tetto dignitoso ai messinesi e tenere qualche anno i migranti nelle baracche? Ma una cosa del genere farebbe indignare tutto il mondo e i benpensanti». E ancora: «Perché oltre 10mila persone possono continuare a stare nelle baracche sotto l'amianto e i migranti possono stare in strutture migliori». Il primo cittadino affida a Facebook anche lo sfogo per non essere stato informato dell'arrivo degli immigrati.

Intanto un altro gruppo di stranieri ha eluso i controlli ed è approdato nella riserva naturale di Vendicari (Siracusa), a bordo di una barca a vela. Ad avvertire la guardia costiera sono stati i turisti in spiaggia. Sono stati rintracciati una trentina di immigrati e sono stati fermati due ucraini ritenuti scafisti.

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