Non serve chiedere bonus per integrare il già ottimo stipendio da parlamentare (15mila euro al mese), se si ricopre anche una carica di governo ci sono i regali, soprattutto al ministero degli Esteri dove arriva di tutto da ambasciate e delegazioni governative del mondo intero. Per legge, dal 2012, la Farnesina deve tenere un registro dei doni, che non possono superare i 300 euro di valore per poter essere accettati dall'amministrazione. E ministri, viceministri e sottosegretari sono liberi di tenerli anche per sé, consapevoli poi che tutto diventerà pubblico. Così, dall'ultimo registro dei doni aggiornato al 3 agosto si scopre che la più attiva nel collezionare regali è la viceministra Emanuela Del Re, deputata del M5s. Nell'elenco dei doni «trattenuto personalmente dalla VM DEL RE» (così li cataloga il ministero) troviamo alcuni oggetti mica male. Una borsa marca Campo Marzio, valore 200 euro, regalo dell'azienda pubblica Leonardo, un foulard di Marinella (valore 80 euro) regalo di Confindustria, un altro foulard ma di seta cinese regalo del Viceministro dell'Agricoltura cinese Qu Dongyu, una bottiglia di champagne con cioccolatini (valore 65 euro) regalo dell'ambasciata della Lituania, un'altra bottiglia di Champagne Brut Veuve Clicquot regalo invece dell'ambasciata del Myanmar, molte leccornie tra cui un prosciutto Pata Nega dall'ambasciata spagnola (valore 60 euro), profumi e creme e due bottiglie di vino dall'ambasciatore dell'Iraq, 4 scatole di datteri valore 50 euro gentile omaggio degli Emirati Arabi Uniti, una cesta di manghi dal Pakistan valore 40 euro, cioccolatini dall'Arabia Saudita (valore 70 euro), 30 euro di pistacchi dall'Ambasciata Islamica Iran, svariati cesti di natale e delizie dal mondo, più altre dozzine di regali registrati però come «Studio del Viceministro Del Re». Fornitissimo di regali poi il «guardaroba dell'appartamento di rappresentanza» del ministro Di Maio. Un tappeto dal Marocco da 500 euro, sottobicchieri in vetro (180 euro) regalati dal Giappone, gemelli e fermacravatta in argento dalla Francia, tazzine in vetro e oro dall'Azerbaijan.
Oggetti che si presume rimarranno alla Farnesina anche quando andrà via Di Maio, che per sé ha tenuto soprattutto cibo: caffè dal Paraguay, biscotti olandesi, cesto di prodotti tipici bulgari, e poi un set di palline da tennis e maglietta firmata da Djokovic.
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