Il boss evade dal super carcere. Un giallo la fuga con le lenzuola

Raduano si è calato dalle mura: "Tutto preparato". Il Dap: "Accertamenti". Festa nella sua città, ma il sindaco smentisce

Il boss evade dal super carcere. Un giallo la fuga con le lenzuola

Come in un film è riuscito a portare a termine la più classica delle evasioni, calandosi con le lenzuola dal muro di cinta del carcere. Non un carcere qualunque, ma quello di massima sicurezza di Basu 'e Carros di Nuoro, dove sono reclusi diversi condannati per terrorismo e mafia e dal quale nessuno è mai fuggito.

L'impresa è riuscita a Marco Raduano, detto «Pallone», il 39enne considerato il capo del clan Lombardi-Scirpoli della mafia garganica, in carcere dal 2018 con un fine pena nel 2046, e sarebbe stata festeggiata con i fuochi d'artificio a Vieste, il suo paese d'origine. Una fuga clamorosa, documentata da un video delle telecamere di sicurezza diffuso da una tv locale sarda e subito divenuto virale, avvenuta intorno alle 17 di venerdì, anche se l'allarme è scattato solo alle 19. Raduano avrebbe avuto dunque due ore di vantaggio, che potrebbero avergli consentito di allontanarsi da Nuoro. Dai particolari emersi finora sembra che l'evasione fosse stata pianificata nei dettagli da tempo e agevolata da persone che attendevano il detenuto all'esterno. Il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha disposto delle urgenti verifiche interne per chiarire come sia potuto accadere. Mentre i sindacati di polizia hanno puntato il dito contro la cronica carenza di personale. «Per potersi calare dal muro ha potuto costruirsi una scala fatta con le lenzuola annodate e dei supporti per reggere il peso, una cosa che sembra difficile da realizzare senza averla programmata e studiata», ha spiegato il questore di Nuoro, Alfonso Polverino. Dopo essersi procurato le lenzuola, il boss ha costruito una corda artigianale con la quale si è calato da un'altezza di almeno cinque metri. Nel video si vede chiaramente l'ultimo salto verso la libertà, la cui caduta è stata agevolata dalla presenza di un prato verde, e Raduano che comincia a correre verso l'uscita della casa circondariale per poi passare sotto la recinzione metallica e sparire dalla visuale delle telecamere. Gli investigatori ritengono che ci fosse qualcuno ad attenderlo nella periferia nuorese e che per questo sia riuscito ad evitare di passare per il centro della città. Appena gli agenti della penitenziaria si sono resi conto che il boss mancava all'appello è scattata una caccia all'uomo in tutta la Sardegna con un enorme dispiegamento di forze e controlli e posti di blocco in porti e aeroporti. Le ricerche sono partite anche nel Foggiano, in particolare nel Gargano, dove il latitante potrebbe trovare aiuto e protezione. Venerdì sera, verso le 22, quando si è cominciata a diffondere la notizia dell'evasione, a Vieste gli affiliati al clan avrebbero festeggiato facendo esplodere i fuochi di artificio. Il sindaco della città, Giuseppe Nobiletti, ha smentito che fossero per celebrare l'evasione: i fuochi, a suo dire, erano per il compleanno di una 40enne che si stava svolgendo presso un locale nella zona del porto. «La nostra città - ha scritto il primo cittadino sui social - ha accolto la notizia dell'evasione con grande tristezza e preoccupazione. Siamo fiduciosi però che le forze dell'ordine al più presto assicureranno di nuovo l'evaso alla giustizia». Raduano è considerato una figura di spicco della guerra di mafia che si sta consumando a Vieste.

L'ultima condanna definitiva a 19 anni per associazione a delinquere per il traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, gli era arrivata lo scorso 3 febbraio. Il boss è coinvolto anche nell'omicidio di Giuseppe Silvestri, un membro del clan della mafia garganica assassinato nel 2017.

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