L'affare brogli per le Politiche 2022 all'estero si ingrossa. E spunta un inedito filone sudamericano. Il Giornale ha intercettato un altro esposto, depositato dai legali Massimo e Romolo Reboa per conto di Domenico Porpiglia, direttore della testata Gente d'Italia, quotidiano di riferimento dei nostri connazionali all'estero. Secondo la denuncia di Porpiglia, un italiano di Montevideo (A.L. le iniziali) si sarebbe ritratto in un video su Instagram e Youtube (allegato agli atti) con un mano diversi certificati elettorali appartenenti a soggetti diversi mentre spiega come votare. L'uomo sarebbe legato al Maie (Movimento associativo italiani all'Estero), partito che ha eletto proprio in Sudamerica il deputato Franco Tirelli e il senatore Mario Alejandro Borghese. «L'appropriazione indebita fa parte di una frode per alterare le votazioni nella Circoscrizione Estero?», si chiedono i legali di Porpiglia. Proprio in Sudamerica si parla da mesi di «evidenti brogli» grazie a una donna che andava a caccia di certificati e alla presenza di almeno 25mila schede di colore diverso con nomi prestampati e refusi tipo «Camera dei diputati», su cui indaga la Procura di Buenos Aires. A sperare nel riconteggio ci sono i Radicali e il meloniano Emerson Fittipaldi.
Non è l'unica possibile distorsione del voto che ha portato in dote al Parlamento italiano 12 eletti tra Camera e Senato (sette solo del Pd, che fuori dai confini «pesa» miracolosamente il 34% al Senato e il 28% alla Camera...). L'inchiesta aperta dalla Procura di Roma - che ha dato mandato alla Guardia di Finanza di verificare gli elenchi dei residenti all'estero- nasce dalla denuncia presentata dall'allora capolista alla Camera nella circoscrizione Nord America-America Andrea Di Giuseppe, oggi deputato meloniano. Che aveva scoperto come su 437.802 nominativi dei potenziali elettori nel suo collegi 55.490 avessero tra 70 e 79 anni, 45.441 tra 80 e 89 anni, ben 21.427 fino a 98 anni e 2.218 99 anni e più. Un dato decisamente fuori statistica, visto che i centenari italiani sono appena 17mila.
La miracolosa esistenza in vita di alcuni nostri connazionali in molti casi è già stata documentata dal Giornale essere frutto di un imbroglio: abbiamo riportato le storie di italiani morti da anni che per la Farnesina sono vivi e in regola. Anche l'Inps deve capire quanti dei 326mila assegni spediti all'estero finiscano nelle mani sbagliate, sotto il naso di Farnesina, Viminale e patronati, visto che alle disastrate casse dell'ente previdenziale guidato dal grillino Pasquale Tridico le pensioni dei connazionali espatriati costano 1,4 miliardi all'anno.
Casualmente, dopo la denuncia di Di Giuseppe ripresa dal Giornale, il ministero delle Finanze ha chiesto ai nostri connazionali in Nord America e Canada le cosiddette «attestazioni di esistenza in vita», necessarie per continuare a percepire la pensione, chiedendo ad alcuni istituti di credito come Citibank un controllo incrociato.
L'ultimatum è stato mandato alle ambasciate e ai consolati, con scadenza la fine di gennaio 2023. In quanti avranno risposto? C'entra qualcosa la denuncia sui brogli? Domande che andranno rivolte a Mef e Inps nei prossimi giorni.
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