“I turisti non vanno demonizzati, sono persone come noi. Senza turisti Venezia muore”. È questa la premessa che sta alla base dell’idea lanciata dal primo sindaco della città lagunare di orientamento di centrodestra, Luigi Brugnaro: una tassa per i turisti mordi e fuggi che “non dà grandi benefici e crea costi per la città” e perciò“va regolamentato”.
“La tassa di soggiorno non basta per finanziare i servizi utilizzati dai turisti. Penso a un contributo, un obolo inversamente proporzionale al tempo di permanenza. Chi arriva e parte in un solo giorno – spiega Brugnaro in un’intervista rilasciata a La Stampa - paga di più, ogni giorno di pernottamento fa calare l’entità del contributo”. Un obolo che vale anche per i passeggeri delle grandi navi e che si potrebbe riscuotere “con un sistema di prenotazioni online e di addebito sui biglietti dei vaporetti, delle navi e dei treni”. Il sindaco di Venezia intende imporre anche una linea dura verso i maleducati che “ci sono anche a New York”. Per il primo cittadino è “inevitabile che a Ferragosto qualcuno si tolga la maglietta. Lo multeremo, ma senza fare gli schizzinosi”.
Lo scopo non è quello di porre un freno al turismo di massa ma Brugnaro vuole anche sviluppare l’industria.“Tutto dipende dal porto. – dice - Abbiamo appena perso una nave da seimila container. Non è andata a Genova o Trieste, ma a Capodistria. Perché il mondo va verso economie di scala. Gli armatori acquistano navi più grandi e il nostro porto non è in grado di accoglierle”. Ecco, dunque, come nasce la sua idea di proporre a Renzi un patto per Venezia così da creare “un nuovo porto offshore in grado di accogliere navi oceaniche” che porterebbe i cinesi a investire 600 milioni di euro. Il patto prevede anche un nuovo tracciato per le grandi navi da crociera e nuovi fondi per Porto Marghera.“I privati vogliono sapere quanto costano le bonifiche e cosa possono costruire. Con un’autorizzazione unica e tempi rapidi”, sottolinea. L’idea è di creare a Marghera un’area dove poter costruire grattacieli alti fino a cento metri che ospitino zone residenziali e uffici, vicino alla zona industriale.
Brugnaro, infine, rivolgendosi all’Unesco, che potrebbe mettere Venezia nella black list dei siti a rischio, dice: “Ci minaccia un’organizzazione che cambia i nomi ai luoghi sacri di Gerusalemme. Ignobile. Non accetto giudici e controllori, ma proposte. A casa nostra i conti li facciamo da soli”.
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