Il palcoscenico politico di questa legislatura non risparmia scherzi e schiamazzi ai suoi elettori. È un quadro politico frastagliato. Frammentato. Disilluso e che troppo spesso finisce per mettere i partiti, anche se formalmente alleati, l’uno contro l’altro. Di questo e di molto altro scrive Bruno Vespa nel suo editoriale di oggi per il Giorno.
Righe in cui inquadra il panorama politico italiano, non risparmiando consigli per il popolo del centrodestra e per i suoi elettori. Parte dal governo la sua analisi. Ripercorre per grandi linee tutte le difficoltà che questa maggioranza sta vivendo. Un’unità politica che scricchiola. Un accordo di governo che potrebbe saltare da un momento all’altro. Il capo politico, Luigi Di Maio, scrive Vespa, “tenta di arginare i malumori interni con una scelta dei “facilitatori” bene attenta agli equilibri di corrente. Ma gli esclusi hanno il coltello tra i denti”. Del resto un sondaggio di Porta a porta dice che oltre la metà degli italiani ritiene che la legge di bilancio aumenti le tasse, mentre soltanto un quinto è convinto del contrario. Questo accade per l’eccessiva mobilità dei provvedimenti (se annunci una tassa e poi la riduci, alla gente resta in mente la tassa e non la riduzione) e per la crisi di rigetto del pubblico dinanzi alla eccessiva litigiosità nella maggioranza.
Come dargli torto. Il Movimento Cinque Stelle rischia una scissione e di disintegrarsi sparendo da questo universo politico. Poi passa in rassegna Italia Viva. Matteo Renzi, scrive ancora Vespa, “ha visto scivolare verso il 3 per cento i suoi consensi potenziali grazie al clamore dell’inchiesta sulla fondazione Open”. Staccare la spina non è facile, ma sostenere a lungo il governo e attaccarlo ogni giorno rischia di portarlo a ridosso dei consensi di Carlo Calenda. Troppo poco. Ma molto della sua vita istituzionale futura, dipenderà dalla legge elettorale che vorranno votare in Parlamento.
Poi Vespa si concentra sul partito democratico. “Finora il Pd è stato l’unica ancora solida che ha tenuto in piedi il governo. Ma il senso di responsabilità può rivelarsi una malattia mortale se al servizio di una causa perdente”. Perciò l’ammonimento fatto ieri dal segretario, Nicola Zingaretti, al premier Giuseppe Conte nella direzione del partito (“Guidi la cordata. Ma gli alleati siano leali o finisce la pazienza”) sconta la frustrazione dei suoi dirigenti che troppo spesso si sono trovati scoperti su un provvedimento pochi minuti dopo la sua approvazione in consiglio dei ministri.
Il suo rifiuto a concordare con i grillini un contratto di governo (“Sa di film in bianco e nero”) è frutto dei timore di infilarsi in un tunnel pieno di incognite. “Tutto sembra giocare in favore del centrodestra, dice Vespa, se saprà evitare indecisioni e divisioni. Una competizione personale tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni sarebbe devastante. Il pubblico aspetta da loro proposte credibili, al di là delle proteste tipiche del ruolo”. Poi un consiglio a Silvio Berlusconi: deve tenere uniti i suoi a Roma e soprattutto in Calabria dove una faida azzurra potrebbe consegnare al centrosinistra una partita che era vinta tavolino.
Infine una riflessione su un eventuale sostegno al governo di elementi estranei a questa maggioranza: “Se poi lo smottamento dovesse portare a responsabili pronti a passare in maggioranza al solo scopo di evitare il voto, non siamo certi che la loro carriera politica se ne gioverebbe”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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