Da Bruxelles all'Aja esplode la rabbia contro le restrizioni. Ma "l'Europa rischia altri 500mila morti"

A Bruxelles, in Belgio, oggetti e petardi contro la polizia in assetto antisommossa, cannoni ad acqua e lacrimogeni contro i manifestanti in marcia verso la sede della Commissione europea, allineati dietro l'enorme striscione "Insieme per la Libertà"

Da Bruxelles all'Aja esplode la rabbia contro le restrizioni. Ma "l'Europa rischia altri 500mila morti"

A Bruxelles, in Belgio, oggetti e petardi contro la polizia in assetto antisommossa, cannoni ad acqua e lacrimogeni contro i manifestanti in marcia verso la sede della Commissione europea, allineati dietro l'enorme striscione «Insieme per la Libertà». In Olanda partite a porte chiuse interrotte da tifosi inferociti, bici date alle fiamme all'Aia, petardi contro gli agenti e sassi persino verso un'ambulanza che trasportava un paziente. Cresce la paura, aumentano le restrizioni, esplode la rabbia no vax e no green pass contro le nuove limitazioni anti-Covid. Epicentro mondiale della quarta ondata di coronavirus, l'Europa deve fare i conti con la violenza di chi non accetta la stretta a fini sanitari, il restringimento delle libertà nel tentativo di dare ossigeno non solo ai malati di Covid, ma anche agli ospedali sotto torchio.

Oggi l'Austria, che ha il tasso di immunizzazione più basso dell'Europa occidentale (64%), torna in lockdown totale per 20 giorni, dopo aver tentato la stretta solo per i no-vax. Vietato uscire di casa, tranne che per le attività essenziali (lavoro, scuola e una passeggiata) e rischio di multe da 1450 euro. L'Austria è anche il primo Paese ad aver annunciato, da febbraio, l'obbligatorietà del vaccino. «La situazione è molto tesa - ha spiegato il cancelliere Alexandere Schallenberg - ma speriamo non ci siano violenze» come in altri Paesi. Sabato, per protesta, sono scesi in piazza in 30mila.

La rabbia anti-restrizioni, d'altra parte, dilaga, nonostante l'allarme lanciato dall'Organizzazione mondiale della Sanità: «Altre 500mila persone rischiano di morire per Covid-19 in Europa entro marzo se le autorità non adotteranno misure urgenti per arginare i contagi». La mortalità è salita del 5% la scorsa settimana, rendendo il vecchio continente l'unica regione al mondo in cui i decessi per Covid sono aumentati.

Eppure ieri sono stati in 35mila a protestare nella Bruxelles culla e simbolo dell'Unione Europea. Da sabato in Belgio è tornato l'obbligo di mascherina nei luoghi pubblici e l'obbligo di lavoro da casa per almeno quattro giorni a settimana, fino a metà dicembre e per almeno tre giorni dal 15 dicembre in poi. Il Belgio ha uno dei tassi di contagio pro capite più alti della Ue, dietro solo alle nazioni baltiche ed ex-jugoslave e all'Austria.

Stesso copione in Olanda, dove il virus galoppa (+44% di contagi nell'ultima settimana) ma scontri si sono registrati per la seconda notte di fila, stavolta all'Aja, dopo quelli del giorno prima a Rotterdam, definiti dal sindaco «un'orgia di violenza». È la ribellione al mini lockdown in vigore per tre settimane dal 13 novembre, con bar, locali e negozi essenziali chiusi entro le 20 (i non essenziali alle 18) e il timore che il governo vieti presto ai non vaccinati l'ingresso in bar e ristoranti, anche se minuti di test negativo (regola del 2G). Due partite di calcio, che sulla base delle nuove misure si giocavano a porte chiuse, sono state interrotte per diversi minuti nelle città di Alkmaar e Almelo. Feriti cinque agenti e circa 40 persone arrestate in tutto il Paese. Tra loro - ha spiegato il ministro della Giustizia Ferd Grapperhausdopo - «ci sono individui legati alle frange violente delle tifoserie o ad altre forme di criminalità».

Intanto anche la Francia, dove secondo il governo la quinta ondata «procede alla velocità della luce» (200 contagi per 100mila abitanti), pensa al green pass sulle piste da sci. Ieri Parigi è stata costretta a inviare 50 agenti delle forze speciali per contenere le rivolte in Guadalupa, territorio d'oltremare, in cui si è registrata «una violenza inaccettabile».

Trema anche la Germania, dove è attesa con ansia la conferenza stampa di venerdì del ministro della Salute Jens Spahn, che non ha escluso un nuovo lockdown dopo l'esplosione di contagi.

La Gran Bretagna, a causa della «pressione senza precedenti» sugli ospedali, pensa di estendere il vaccino ai bimbi dai 5 anni, ma esclude l'obbligo vaccinale sul modello austriaco. Unico caso al mondo, il 28 novembre la Svizzera si affiderà a un secondo referendum per decidere il destino del green pass. Anche qui i manifestanti scaldano i motori.

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