nostro inviato a Genova
Alle 18.13 la quarta proiezione Rai aggiunge un brivido di incertezza ad un pomeriggio che sembra non finire più e assomiglia a un cielo indecifrabile: Marco Bucci è al 48,5 per cento contro il 47,4 di Andrea Orlando. Il sindaco è davanti, ma non abbastanza per poter cantare vittoria. E però alla fine Marco Bucci porta a casa il successo: il centrodestra, il centrodestra costruito sul sindaco della Lanterna, compie il miracolo. Il sindaco vince, anche se il suo predecessore, Giovani Toti, è stato arrestato e la giunta spedita a casa. Il trauma ha lasciato un cratere, ma la coalizione non si è scompaginata. Un punticino separa i due contendenti fino alla fine: 48,7 per Bucci contro il 47,5 per cento di Orlando, che chiama il rivale per augurargli buon lavoro.
Il Pd tiene, anzi si può dire che abbia ottenuto un ottimo risultato, con il 28 per cento. E Orlando batte l'avversario a Genova, dove Bucci è sindaco dal 2017 e dove ci si sarebbe aspettati un risultato diverso. Più equilibrato. E però sono i 5 Stelle, ormai in caduta libera, a franare. Le truppe di Conte, in polemica con Grillo proprio, nella città e nelle regione di Grillo, sono schiacciate al 5 per cento. Percentuali di decrescita infelice.
Bucci vince, anche se entra in scena dopo un terremoto giudiziario. E anche se è malato. L'hanno operato a giugno per rimuovere un tumore metastatico, annidato sotto la guancia destra. Melanoma. Brutta storia.
È quel che lui stesso aveva spiegato alla premier una sera di settembre, quando lei gli aveva telefonato per convincerlo a fare il grande passo e per far uscire il centrodestra da una situazione di stallo assoluto. Con tre papabili - Edoardo Rixi, Ilaria Cavo, Pietro Piciocchi - e nessun candidato. Lei aveva insistito e alla fine lui si era convinto. Una scommessa che sconfinava nell'azzardo.
E invece le liste civiche che lo sorreggono, rinforzate anche dagli orfani di Toti, arrivano al 15 per cento circa, a livello se non sopra al 14 per cento di Fratelli d'Italia. Siamo vicini al 30 per cento, più o meno in linea con il trend nazionale. Con la variabile specifica del voto regionale: meno spazio ai partiti, più forza alle liste del presidente. È una sorta di modello Guazzaloca due punto zero. La Lega viaggia al 9 per cento, Forza Italia all'8 per cento. Dall'altra parte, si nota che Avs, collocata al 6 per cento, supera i 5 Stelle.
Si sprecano le analisi: c'è chi mette in evidenza l'indagine che ha devastato il paesaggio politico, con la coda velenosa per gli elettori moderati del patteggiamento dell'ex presidente; e chi nota la spaccatura fra il capoluogo, dove Orlando è in netto vantaggio, il resto della Regione che si consegna a Bucci.
E però le previsioni e le profezie dei sondaggisti, almeno quelle più tambureggianti e manichee, vengono smentite più volte. Nei giorni scorsi, sembrava avanti Bucci, al sicuro con un margine più che sufficiente. Poi contrordine, Orlando sembra recuperare in extremis, ma alle tre del pomeriggio le tv ridanno Bucci sopra. Con un passo più veloce, se non in fuga. E invece con le ore la distanza si assottiglia di nuovo e si torna al testa a testa. La quinta proiezione Rai lima ulteriormente il vantaggio riducendolo a otto decimi di punto. Bucci resta asserragliato nel suo silenzio, interrotto solo da riunioni per monitorare l'avanzamento delle opere pubbliche.
E si possono fare due considerazioni banali, ma in qualche modo dettate dall'aritmetica: fosse rimasta nel centrosinistra Italia viva, buttata fuori per il veto dei 5 Stelle, chissà come sarebbe andata a finire.
E ancora, Nicola Morra, l'ex presidente Antimafia che si è staccato dalla casa madre, porta via ai 5 Stelle l'1 per cento.
Un punto poco più che simbolico, ma pesantissimo se si pensa che il distacco si misura in zero virgola.A fine serata, Bucci parla: «Onore a Orlando, ma in campagna elettorale falsità inaccettabili. I cittadini hanno rifiutato i signori del No. Chiamatemi sindaco della Liguria».
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