L'indagine della Procura di Napoli sulla gestione dell'emergenza Covid in Campania da parte del governatore Vincenzo De Luca avanza: con l'iscrizione nel registro degli indagati di Roberta Santaniello, dirigente dell'ufficio di gabinetto del presidente della giunta regionale, gli indagati salgono a 4: il consigliere regionale deluchiano Luca Cascone, Corrado Cuccurullo, presidente di Soresa, la centrale acquisti nel settore della Sanità della Regione Campania, e Ciro Verdoliva, manager dell'Asl Napoli 1. L'indagine è partita dopo gli esposti (5) di Marcello Taglialatela, ex parlamentare ed esponente storico della destra campana.
Soddisfatto, la magistratura ha deciso di far luce sulle anomalie che lei ha evidenziato?
«Certo. Ho la sensazione che la magistratura voglia andare fino in fondo senza esitazione. Siamo ad inizio agosto e nei giorni di sabato e domenica i carabinieri hanno effettuato perquisizioni, sequestri e interrogatori. Si vuol far luce rapidamente. La mia speranza che si arrivi rapidamente alla verità».
È giusto che i campani conoscano la verità prima del voto?
«Me lo auguro. Così potranno dare un giudizio netto sulla gestione dell'emergenza da parte del governatore De Luca».
Per lei non ci sono dubbi sulla responsabilità politica di De Luca?
«Senza alcun dubbio. Non sono coinvolte solo due figure vicine a De Luca (Cascone e Santaniello) ma anche i due tecnici, Verdoliva e Cuccurullo, sono due manager nominati da De Luca. E chiara la responsabilità politica di De Luca. I magistrati stanno stringendo il cerchio».
Come giudica il silenzio di De Luca?
«Sarà una strategia suggerita dai suoi avvocati».
Se dovessero emergere responsabilità i campani avranno pagato un prezzo altissimo.
«Tra ospedali non costruiti e personale dirottato stiamo parlando di un danno economico che sfiora i 25 milioni di euro. Soldi buttati che pagheranno i campani. E poi c'è un altro elemento».
Quale?
«Nel periodo dell'emergenza gli ospedali hanno subito una drastica riduzione di personale dirottato sui centri covid fantasmi, mai attivati. Le attività ordinarie erano praticamente ferme. E ancora oggi stanno riprendendo lentamente. Oltre il danno la beffa».
C'erano altre soluzioni?
«Si. Bastava potenziare le strutture già esistenti. Invece di fare gare per costruire ospedali nuovi. Evidentemente c'era una volontà politica precisa per spendere soldi e fare gare».
Una battuta finale. Lei da oggi è un volontario Soresa?
«Si.
Siamo in sit-in all'esterno degli uffici di Soresa. Domani mattina chiederemo ai vertici della Soresa di essere nominati volontari come il consigliere regionale Luca Cascone. Vogliamo la nostra stanza. Vogliamo i pc. Vogliamo essere volontari. Non pretendiamo un euro».
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