«Fratello non prendere l'aereo, è pericoloso. Passa dalla Grecia e dall'Italia, dal porto di Bari». Questa conversazione, in possesso dei servizi segreti danesi (Pet) era stata pubblicata da un prestigioso quotidiano della Danimarca, Politiken, poco più di un mese prima degli attentati di Parigi.
Ora che le intelligence di tutta Europa stanno ricostruendo i viaggi di Salah Abdeslam e del suo socio e presunto basista, Ahmad Dahmani (scovato e arrestato ad Antalya dai Servizi turchi, che lo hanno prima prelevato in albergo e poi hanno fatto sapere di non aver ricevuto informazioni di nessun genere dall'Europa, in primis dal Belgio in merito al suo nome e ai suoi spostamenti), attraverso la Puglia, su per lo Stivale e verso il cuore dell'Europa, questo colloquio diventa molto prezioso e rivelatore della geografia degli spostamenti jihadisti, di una vera e propria rotta preferenziale dei foreign fighters dell'Isis, che potrebbero essere risaliti e ridiscesi per l'Italia, aver comprato panini bufalini agli Autogrill e fatto benzina proprio come Abdeslam, di cui risulta certo un rifornimento di carburante nel Comasco in agosto.
L'Interpol l'aveva segnalato già un anno fa: attenzione alle navi da crociera, gli estremisti stanno scegliendo quel canale per spostarsi dalla Siria al resto del mondo. Era vero. Solo che senza che ce ne accorgessimo almeno due degli attentatori di Parigi sono sbarcati e si sono reimbarcati in Puglia, senza essere fermati e controllati. Il fuggitivo Salah, l'uomo più braccato del pianeta, non avrebbe fatto altro che seguire la mappa consigliata dai «fratelli»: Turchia, Patrasso, traghetto per Bari, Italia sud-nord, Europa centrale.
Il porto di Bari, sembra di capire, è stato finora un inconsapevole colabrodo di jihadisti.Il Pet danese ha infiltrato nel corso dell'anno un suo agente scelto nell'universo dell'estremismo islamico. E il finto affiliato all'Isis ha ricevuto istruzioni sul viaggio Europa-Siria: «Devi entrare in Europa dalla Grecia, con la nave gli spiegava il consulente jihadista - Nave da città a città di vacanza. In altri posti trovi più controlli».I combattenti del Califfato scelgono insomma l'Autostrada del sole. Ecco cosa diceva ancora il jihadista all'agente danese: «Abbiamo guidato in Italia fino a una città chiamata Bari (...) Abbiamo preso un traghetto da lì alla Grecia. E poi un altro in Grecia. E siamo venuti in Turchia dall'altra parte. Così siamo arrivati in un giorno e mezzo in Turchia». L'agente segreto chiede al reclutatore di spiegare meglio i passaggi, e lui risponde: «Da Bari si arriva in una città e poi in un altro posto con il traghetto». «Quale città?». «Kos». Ma si raccomanda: «Ricorda questo nome. Bari». Bari porto sicuro.
Ma Salah Abdeslam continua la sua fuga in barba alle autorità di mezza Europa. Ieri la procura belga ha smentito formalmente un'altra pista. Quella che sembrava la più accreditata per trovare Abdeslam. Non sarebbe affatto salito a bordo di una Bmw. Trovata ieri a Rocourt, cittadina a meno di quindici minuti in macchina da Liegi, l'auto individuata «non avrebbe alcun collegamento» col ricercato numero uno, spiega la procura smentendo così l'ipotesi che proprio da Liegi Abdeslam si fosse spostato in Germania a bordo di una vettura. La caccia resta aperta e concentrata su Abdeslam. Poi altri complici, tra cui potrebbe esserci anche un sospetto jihadista britannico, «C.F.» indicato come basista o supporto del primo tagliagole occidentale.
Quel Jihadi John che avrebbe usato gli stessi contatti belgi di Abdeslam per nascondersi a Bruxelles. All'indagine si lavora 24 ore su 24, assicura il premier belga Michel. Ora usando anche il fratello di Salah, Mohamed. Visto che dal blitz a casa dello zio di Salah non è spuntato nulla.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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