Ci siamo: Movimento 5 Stelle e Partito democratico potrebbero correre nuovamente insieme sul territorio. Dopo l'umiliante risultato ottenuto domenica 27 ottobre nelle elezioni Regionali in Umbria, pentastellati e dem sono pronti a unirsi in vista del voto in Calabria. Storia invece diversa per quanto riguarda l'Emilia-Romagna, per cui Luigi Di Maio ha ricordato come non si possa sostenere Stefano Bonaccini: "Per statuto non possiamo sostenere il candidato di un partito. Qui c'è un Movimento vivo e pronto a combattere. Faremo una campagna tra la gente e li sfideremo tutti, rubateci il programma". E il capo politico ha dovuto fare i conti con una base spaccata: sposarsi ancora col Pd, andare da soli o porgere la mano esclusivamente alle liste civiche?
L'ennesima situazione caotica, ma il ministro degli Esteri ha scandito bene la sua risposta: "Abbiamo una nostra identità e su quella dobbiamo puntare. Oltretutto non ci sarebbe il tempo per cambiare lo statuto. Di questo ho già parlato con Grillo". Come riportato dall'edizione odierna de Il Messaggero, la posizione di Maria Eldera Spadoni - vicepresidente della Camera - pesa molto: "Il 70% dei votanti su Rousseau ha voluto che ci presentassimo in Emilia-Romagna. Penso che ormai sia troppo tardi per aprire a qualsiasi tipo di alleanza oltre che non possibile da nostro statuto".
Uniti in Calabria: la smentita
Situazione completamente ribaltata in Calabria, dove il M5S ha la consapevolezza di un margine di vittoria più ampio, anche perché il centrodestra non ha ancora deciso con quale candidato giocarsi la partita. E perciò i grillini hanno frenato sul candidato Francesco Aiello: ora il profilo civico potrebbe essere rappresentato dall'imprenditore del tonno Pippo Callipo. Ma è arrivata puntuale la smentita da parte di Di Maio che, nel corso del programma Agorà su Rai3, ha dichiarato: "Smentisco qualsiasi accordo in Calabria con il Pd. Non nessun accordo. I nostri iscritti, il Movimento si stanno presentando alle elezioni Regionali e sembra sia diventato un crimine per il Movimento presentarsi in alternativa ai due poli. Eppure siamo nati così e siamo sempre stati questi".
L'apertura al matrimonio territoriale è arrivata dopo le parole di Nino De Masi, imprenditore di Gioia Tauro vittima della 'ndrangheta, che aveva lanciato un appello a pentastellati e dem: "Le risposte sono state di attenzione. Ho spiegato loro che devono smetterla di porre veti incrociati l’uno contro l’altro perché altrimenti qui si sta facendo come quel signore che si taglia gli attributi per fare il dispetto alla moglie".
E dunque ha cercato di far ragionare entrambi: "La partita è molto complessa e delicata perché il M5s ha dei veti a priori. Questo ha fatto sì che i cittadini non comprendano più il loro spirito e la loro mission. E quindi la gente li sta sfiduciando e si sta rivolgendo ad altre manifestazioni di piazza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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