Calabria, il Pd sceglie il “civico” Rubbettino, 5 stelle ancora al palo

Incontro al Nazareno tra Zingaretti e l'editore. Che si è preso tre giorni per sciogliere la riserva. Pentastellati tentati dal disimpegno. Mentre l'ostinazione del governatore dem Oliverio rischia di far implodere il centrosinistra

Calabria, il Pd sceglie il “civico” Rubbettino, 5 stelle ancora al palo

Stanco di aspettare i 5 stelle, in Calabria il Pd ha deciso di andare avanti per la sua strada, poi si vedrà. E così questa mattina, nella sede del Nazareno, il segretario Nicola Zingaretti ha scelto il suo candidato governatore in pectore: è Florindo Rubbettino, 48 anni, patron dell'omonima casa editrice con sede a Soveria Mannelli, nel Catanzarese.

Al vertice romano hanno partecipato anche il commissario calabrese del Pd Stefano Graziano, il responsabile per il Sud della segreteria, Nicola Oddati, e l'ex governatore della Calabria Agazio Loiero, grande sponsor di Rubbettino. L'editore ha chiesto tre giorni prima di sciogliere la riserva e di ufficializzare la candidatura.

Zingaretti ha dato così un'accelerata all'intera trattativa senza stare ad aspettare il M5s, che non ha ancora preso una posizione univoca su cosa fare in Calabria, dove si voterà, come in Emilia Romagna, il 26 gennaio.
Tra i pentastellati è forte la tentazione del disimpegno, al fine di evitare un'altra possibile batosta elettorale sulla scorta di quanto già successo in Umbria. E infatti lo stesso Luigi Di Maio, in relazione ai prossimi impegni in Calabria ed Emilia, ha chiarito che il Movimento non si presenterà “dove non siamo pronti”. Il capo politico incontrerà i 17 parlamentari calabresi lunedì prossimo per fare il punto della situazione e decidere il da farsi.

Zingaretti, intanto, dà seguito al suo progetto di “rinnovamento” della Calabria, nella speranza che, anche in caso di forfait dei 5 stelle, il profilo civico di Rubbettino possa attirare gli elettori del Movimento, in una sorta di patto giallorosso ufficioso. Certo è che le prime dichiarazioni pubbliche del candidato in pectore hanno già fatto discutere.

“Da settimane – ha dichiarato Rubbettino – ricevo da moltissimi la sollecitazione a candidarmi alla presidenza della Regione Calabria per provate a costruire un futuro di rinnovamento e di rinascita per la mia regione. È la terra che amo, che mi ha dato moltissimo e per la quale anche personalmente e con la mia famiglia abbiamo fatto qualcosa. Nonostante le mie molteplici riserve credo che quando queste richieste arrivano da più parti (associazioni, mondo del lavoro, della Chiesa, intellettuali) ascoltarle e riflettere seriamente sia doveroso. Per questo ho voluto parlare anche con il segretario del Pd Nicola Zingaretti, che ho avuto l’opportunità di incontrare stamattina a Roma”.

Rubbettino, dopo aver riconosciuto a Zingaretti e al suo nuovo corso “la determinazione di voler avviare un serio rinnovamento della politica in Calabria”, ha anche specificato che “qualora dovessi orientarmi positivamente, la mia sarebbe una candidatura autonoma dai partiti, fortemente orientata in senso civico, tesa a far emergere quanto di più interessante, innovativo e positivo c’è nella società civile calabrese, a prescindere dalle provenienze territoriali e politiche”.

Una precisazione che ha fatto insorgere l'area del Pd che si riconosce ancora nelle posizioni del governatore uscente, quel Mario Oliverio determinato comunque a ricandidarsi malgrado il secco no ricevuto da Zingaretti.

“Fermo restando la stima per la persona e la gratitudine alla sua azienda per quello che fa in Calabria, mi sono posto una domanda: quando si parla di candidatura autonoma dei partiti, dopo che si è parlato con il segretario nazionale di un partito, esattamente cosa significa? E quando si parla di irrilevante provenienza politica, significa forse che candidiamo tutti da Forza Nuova a Potere al Popolo?”, ha commentato sarcastico il segretario provinciale del Pd di Cosenza, Luigi Guglielmelli.

La candidatura di Rubbettino, al di là delle scelte che farà il M5s, sembra dunque destinata a spaccare ulteriormente il Pd, da mesi diviso sulla questione della ricandidatura del presidente uscente.

Una decina di giorni fa Oliverio ha

tenuto a battesimo la sua 'Leopolda', manifestando l'intenzione a riproporsi alla testa di una coalizione in cui non figurerebbe il partito di Zingaretti. Il centrosinistra è insomma pronto ad andare a sbattere di nuovo.

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