Tre commissari in dieci giorni. Se fosse un film, ci sarebbe da ridere. E, invece, è la tragica realtà che sta vivendo la Regione Calabria che, dopo le doverose dimissioni di Saverio Cotticelli e di Giuseppe Zuccatelli, si ritrova prima priva anche di Eugenio Gaudio.
L’ex rettore dell’Università La Sapienza di Roma ha spiegato che la sua scelta è dettata da “motivi personali e familiari”.“Mia moglie non ha intenzione di trasferirsi a Catanzaro. Un lavoro del genere va affrontato con il massimo impegno e non ho intenzione di aprire una crisi familiare", ha aggiunto Gaudio. Nessuno mette in dubbio che il passaggio da Roma a Catanzaro possa essere un cambiamento traumatico per chi magari è abituato alla vita della Capitale, ma siamo davvero sicuri che le polemiche degli ultimi giorni non abbiano avuto alcuna influenza nella rinuncia di Gaudio? L’ombra di Gino Strada, fondatore di Emergency, cercato e poi abbandonato dal premier Giuseppe Conte, deve essere stata alquanto ingombrante e l’ipotesi di nominarlo consulente del nuovo commissario, al di là delle smentite di rito, non dev’essere piaciuta a Gaudio.
Il governo ce la mette tutta, ma, per quanto si sforzi, non riesce proprio a sbrogliare la matassa calabrese. Tutto, come sappiamo, ha inizio con l’intervista che il generale Cotticelli rilascia alla trasmissione Titolo V durante la quale ammette candidamente di non sapere che spettasse a lui stilare il piano Covid e non era a conoscenza neppure del numero esatto di letti di terapia intensiva disponibili per la Calabria. In pratica, quasi un omaggio all’incompetenza. Un’intervista così scandalosa che il premier Conte, il mattino dopo, lo licenzia con un tweet. Gli esponenti di maggioranza respingono con prontezza le critiche di Salvini: “Cotticelli è lì dal 2018, lo hai nominato tu”. Peccato però che, solo pochi giorni prima di quella fatale intervista, proprio il governo Conte-bis aveva attribuito degli ulteriori poteri a Cotticelli. Ma, ormai, dare le colpe a Salvini su qualsiasi cosa avvenga in Italia sta quasi diventando una prassi tra le forze di maggioranza.
La nomina di Zuccatelli, invece, è tutta opera del ministro Roberto Speranza dato che il predecessore di Gaudio è un bersaniano di ferro che nel 2018 si candidò alle politiche con LeU.
Zuccatelli è, forse, uno dei rarissimi di negazionisti di sinistra ed è bastato un vecchio video per innescare un vespaio infinito di polemiche. Quella che sembra una tragicommedia sta assumendo sempre più i contorni di un film horror del quale non si vede ancora la fine. Solo il futuro saprà svelarci quale pantomima ci riserverà il governo Conte….- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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