Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ne spara un'altra delle sue e fa infuriare tutti. Dai 5 stelle al Pd a Leu è un coro di «no» alla sua autocandidatura alla presidenza della Regione Calabria, chiamata a sostituire la defunta Iole Santelli. In Calabria si voterà l'11 aprile, non il 14 febbraio come era stato deciso inizialmente. Lo ha annunciato il presidente facente funzioni Nino Spirlì: «D'intesa con il presidente della Corte di appello di Catanzaro, e dopo aver sentito il presidente del Consiglio regionale, gli esponenti nazionali e locali delle varie forze politiche e gli assessori della Giunta regionale, assumo la decisione di rinviare al prossimo 11 aprile le consultazioni per l'elezione del presidente della Regione e dei consiglieri regionali della Calabria». Una decisione, quella del rinvio, che sta già suscitando polemiche.
Ma a tenere banco è soprattutto la sparata di de Magistris. Partecipando ad una videoconferenza sulla legalità promossa da alcuni iscritti calabresi al Movimento 5 Stelle si sbilancia autopromuovendosi. «Certamente - dice -le elezioni regionali in Calabria sono una sfida affascinante perché i calabresi dovranno scegliere se affidarsi completamente ad una nuova classe dirigente o scegliere tra coloro che l'hanno affossata». L'ex pm definisce la Calabria «una terra straordinaria», che «mi ha anche profondamente ferito», ribadisce riferendosi a quanto accaduto nella sua carriera di magistrato. «Dopo Napoli la Calabria è la mia seconda terra», proclama. E non si ferma qui, il sindaco di Napoli, il cui mandato scade a maggio prossimo, sottolineando che la Calabria «è una terra che ha bisogno di un grande processo di emancipazione e di non affidarsi a qualcuno che venga calato dall'alto. Vi vogliono tenere al guinzaglio - dice - quel guinzaglio va rotto con un'operazione rivoluzionaria, che non significa però sbandamento o incapacità. Rottura del sistema significa affidarsi a una nuova classe dirigente».
E il coro di no si scatena. È proprio il M5s che ci va giù duro. Alessandro Amitrano, deputato campano M5s e segretario di presidenza della Camera, commenta: «Naturalmente è libero di candidarsi dove vuole, ma non si presenta certo con il miglior biglietto da visita dopo aver portato la città di Napoli sull'orlo del precipizio finanziario, lasciando quindi in grandissima difficoltà chi verrà dopo di lui».
E anche Liberi e Uguali è contrariata. Nico Stumpo, deputato calabrese di Leu attacca: «De Magistris è il sindaco di Napoli, quindi deve pensare a svolgere questo ruolo nel migliore dei modi fino all'ultimo giorno. Sono abituato a pensare che le candidature per le amministrazioni locali debbano essere decise dai gruppi dirigenti locali, quindi l'uscita di De Magistris mi è sembrata un po' improvvida. Se qualcuno dovesse chiamarlo bene, altrimenti la chiudiamo lì».
Strali pesanti anche dal Pd.
Per i democratici calabresi l'eventualità sarebbe una «vera e propria offesa alla libertà e all'autonomia dei calabresi». Un gruppo di dem non ci sta e scrive una lettera al segretario nazionale, Nicola Zingaretti. Ora vedremo se Giggino si arrenderà all'evidenza o come al solito andrà avanti come un caterpillar.
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