«Non sono un eroe, non lo sono mai stato, è stato solo istinto di protezione, ero lì con mia moglie e mia figlia».
È successo tutto in un attimo, cinque accoltellati, un morto, l'inferno. Ore 18,30, pomeriggio di spesa al centro commerciale Carrefour di Assago, gremito, bambini, genitori, carrelli che scivolano fra gli scaffali: «Ho sentito delle urla, confusione, mi sono girato, ho visto un tipo con un coltello in mano, ero a un metro, gli ho visto infilzare la lama nella schiena di un ragazzo, ho solo reagito in modo compulsivo, a sangue freddo, gli sono andato addosso e l'ho disarmato. È ancora tutto così confuso... avrò tempo di capire meglio». L'eroe che non vuole essere chiamato tale è Massimo Tarantino, ex calciatore di Napoli, Inter, Bologna, responsabile dell'area tecnica della Spal. Era lì anche lui con moglie e figlia: «Ho agito in modo irrazionale, è stato tutto così veloce che fatico a ricostruire».
Non vuole passare da eroe ma il coraggio in quei momenti non si compra fra gli scaffali di un centro commerciale.
«Ho agito d'istinto c'era la mia famiglia, ho temuto per loro. All'improvviso panico generale, tutti che urlavano, gente che si nascondeva dietro ai banchi, non si poteva capire come sarebbe andata a finire, credo che chiunque altro si sarebbe comportato come me. In quegli istanti».
C'è chi scappa
«No, si deve reagire e così ho fatto, ero lì con mia figlia, mia moglie, loro erano sotto shock c'era sangue, un morto a terra. Ho visto quell'uomo che stava avvicinandosi a mia moglie col coltello in mano istinto di protezione, nient'altro che istinto di protezione, c'era sangue dappertutto, gente a terra ferita, adesso so che uno di loro è stato accoltellato mortalmente, mi hanno detto che era un cassiere dell'ipermercato».
Cosa ricorda?
«D'istinto gli ho tirato un calcio sulla mano che stringeva il coltello, l'ha aperta e gli è caduto, con un altro calcio l'ho allontanato, poi l'ho spinto, gli sono andato addosso, alle spalle, a quel punto era a terra, immobile, non urlava più».
Poteva andare peggio, lei è stato..
«No, no...tutto così veloce, poi sono arrivati quelli della sicurezza, poi la polizia, tutto finito, ho abbracciato mia figlia, sul momento non ho pensato a nient'altro».
Uno degli accoltellati è un calciatore del Monza, Pablo Marì, già operato all'ospedale di Niguarda, fuori pericolo, si è salvato grazie alla sua muscolatura massiccia che ha impedito alla lama di penetrare oltre e lesionare parti vitali.
Una mattanza stoppata dal coraggio di un ex calciatore«Ma non chiamatemi eroe, scusate, ora non mi sento di dire altro, c'ero, ho visto tutto, adesso ho bisogno di tornare a una normalità che mi sembra così lontana».
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