"Califfato". La piazza spaventa la Germania

Oltre 1.100 estremisti ad Amburgo invocano la dominazione islamica. L'imbarazzo di Scholz

"Califfato". La piazza spaventa la Germania
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La Mezzaluna sulla Germania, dove proclamare il califfato e instaurare la sharia, la legge dell'Islam. È il sogno di tanti islamisti che vivono in territorio tedesco, 27.480 secondo gli ultimi dati risalenti al 2022 dell'Ufficio federale per la protezione della Costituzione (Bfv), l'agenzia di intelligence interna. Sul totale, 11.000 erano attribuiti al salafismo. A novembre 2023, la polizia classificava come pericolosi 487 seguaci dell'Islam radicale, di cui 90 in carcere in Germania, 216 a piede libero e 181 all'estero. Tanti si sono riversati nelle strade del quartiere di Sankt Georg ad Amburgo, il 27 aprile. In 1.100 hanno sfilato inneggiando al califfato come «soluzione» e denunciando una «dittatura dei valori» in Germania, dove l'Islam sarebbe oggetto di fobia e falsa rappresentazione. Inoltre, i manifestanti hanno chiesto che il governo tedesco smetta di sostenere Israele nella guerra contro Hamas nella Striscia di Gaza. A organizzare la dimostrazione è stato Muslim Interaktiv, un accertato gruppo di fondamentalisti musulmani secondo le autorità, che mira a instaurare il califfato e la sharia in Germania. Per l'intelligence, si tratta di «un'organizzazione giovane e cool» che fa un abile uso dei social per la propaganda e succede a Hizb ut-Tahrir, il «Partito della liberazione», formazione islamista transnazionale vietata in Germania dal 2003. Ai vertici, Joe Adade Boateng, un 25enne di Amburgo che si fa chiamare Raheem e su TikTok ha circa 20mila «follower» a cui veicola messaggi radicali. «È difficile sopportare una tale manifestazione islamista nelle nostre strade», ha dichiarato la ministra dell'Interno, Nancy Faeser, nel condannare il corteo di Sankt Georg. Per l'esponente del governo tedesco, le linee rosse dove finiscono le libertà di riunione e di espressione devono essere chiare: «Nessuna propaganda terroristica per Hamas, nessuno slogan di odio contro gli ebrei, nessuna violenza». Parole che si scontrano con la realtà della mobilitazione dei musulmani radicali in corso. Già il 3 novembre 2023, slogan islamisti erano stati scanditi durante una manifestazione filopalestinese a Essen, dove sventolavano le stesse bandiere utilizzate dai talebani e si inneggiava al califfato come soluzione. Ora, Amburgo appare il centro dell'agitazione islamista. In città, il 17 gennaio scorso, il predicatore musulmano radicale Mohamed Hoblos avrebbe dovuto tenere un evento, ma gli è stato vietato l'ingresso in Germania. Nella metropoli, non operano soltanto i sunniti di Muslim Interaktiv, ma vi ha anche sede un Centro islamico (Izh) che, secondo il Bfv, è collegato ai servizi segreti dell'Iran sciita. Fondato nel 1962, l'Izh è dal 1993 è sotto osservazione dell'agenzia. Per il Bfv, l'Iran utilizzerebbe l'ente come centro per la raccolta di informazioni, le attività di propaganda e lo spionaggio degli oppositori in esilio.

Sospetti, come quelli di pianificare attentati jihadisti che gravano su diversi giovani arrestati negli ultimi mesi in Germania. Ragazze e ragazzi, tutti minorenni: l'obiettivo ideale degli «influencer» islamisti come Boateng.

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