Per Joe Biden il suo predecessore Donald Trump dovrebbe essere perseguito per l'assalto al Congresso del 6 gennaio 2021. Almeno questo è ciò che il presidente americano avrebbe confidato privatamente ai suoi più stretti consiglieri, secondo il New York Times. Il quotidiano ha intervistato oltre una decina di persone, inclusi funzionari dell'amministrazione Usa e confidenti privati del Comandante in Capo, e ha riferito che Biden alla fine dell'anno scorso ha definito il tycoon una «minaccia per la democrazia». Inoltre, sarebbe frustrato dalla prudenza del suo ministro della giustizia Merrick Garland e auspicherebbe che agisse meno come un giudice ponderato e più come un procuratore desideroso di intraprendere azioni decisive sugli eventi del 6 gennaio.
«Il presidente è immensamente orgoglioso del servizio del ministro della giustizia e non ha alcun ruolo nelle priorità investigative o nelle decisioni», ha subito commentato la Casa Bianca, precisando come Biden creda che Garland abbia «ripristinato con fermezza» l'indipendenza del dipartimento di giustizia. Venerdì il ministro ha spiegato che lui e i procuratori impegnati nel caso sentono solo la pressione di «fare la cosa giusta», che significa «seguire i fatti e la legge ovunque possano portare», ma in realtà da parte dei democratici c'è una crescente pressione perché il dipartimento intraprenda un'azione più aggressiva nelle indagini.
La rivelazione del Nyt è poi arrivata pochi giorni dopo che il genero e stretto consigliere dell'ex presidente, Jared Kushner, ha testimoniato davanti alla commissione della Camera che indaga sull'assalto a Capitol Hill. Il marito di Ivanka Trump, che ha deciso volontariamente di testimoniare, è stato il primo membro della famiglia a comparire davanti all'organismo. Kushner non era alla Casa Bianca il giorno dell'assalto perché stava rientrando da una missione in Arabia Saudita, mentre c'era la moglie Ivanka, che ha assistito alla telefonata tra il padre e il vice presidente Mike Pence.
Attraverso la testimonianza del genero di Trump la commissione vuole capire se la figlia di The Donald fosse al corrente di «qualche piano per ostacolare o impedire il conteggio dei voti» delle elezioni vinte da Biden. E ora anche Ivanka sarebbe in contatto con la commissione per una sua possibile deposizione.
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