Canada, una sentenza contro corrente: "Satira libera anche contro i disabili"

Assolto dalla Corte Suprema un comico che nel suo spettacolo aveva fatto battute pesanti su un cantante con malformazioni

Canada, una sentenza contro corrente: "Satira libera anche contro i disabili"

Satira e disabilità posso coesistere senza limiti? Qualche tempo fa la campionessa paralimpica Bebe Vio rispose in maniera affermativa. «Per me è normale staccarmi il braccio e darlo agli altri. L'ironia mi aiuta a vivere meglio». Il tema della disabilità in chiave satirica è stato trattato da vignettisti, comici e nel mondo del cinema, basti pensare alla riuscita commedia francese Quasi amici. Sulla linea della tolleranza si è posizionata anche la Corte Suprema canadese che ha assolto un comico che aveva deriso durante un suo spettacolo un giovane cantante affetto da una grave infermità fisica. La sentenza è arrivata dopo una battaglia legale di quasi undici anni che ha occupato spesso le prime pagine dei media canadesi. La vicenda risale al 2010, quando Mike Ward, comico del Quebec, noto per il suo stile irriverente e spesso offensivo, ha preso in giro il giovane cantante Jeremy Gabriel (noto come Petit Jeremy), nato con la sindrome di Treacher Collins, una malattia genetica che crea malformazioni alla struttura ossea del viso e sordità. Ward durante lo spettacolo si era lasciato andare a battute pesanti sul suo aspetto, arrivando persino a dire che lo avrebbe annegato volentieri. La situazione era sgradevole, ma il pubblico ha continuato a ridere. Ward disse nei giorni seguenti: «Non sapevo fino a che punto potevo spingermi con quelle battute. A un certo punto mi sono detto, stai andando troppo oltre, smetteranno di ridere. Ma no, non l'hanno fatto».

Com'era prevedibile Gabriel ha citato in giudizio il comico, e il Tribunale per i diritti umani del Quebec si è pronunciato contro Ward per aver superato i limiti della libertà di espressione e aver discriminato sulla base della disabilità. Il comico ha presentato ricorso, ma ha perso anche davanti alla Corte d'Appello che l'ha condannato a risarcire la vittima con 25mila dollari. La corte nella sentenza ha riconosciuto i pericoli della libertà di parola, ma ha insistito sul fatto che la sua «intenzione non è limitare la creatività o censurare le opinioni degli artisti» ma «i comici, come qualsiasi cittadino, sono responsabili delle conseguenze delle loro parole quando superano determinati limiti».

Non soddisfatto della sentenza, Ward nel 2019 si è rivolto alla Corte Suprema, sostenendo che si trattava di una questione di libertà di parola e spiegando che «non dovrebbe spettare a un giudice decidere cosa costituisce uno scherzo sul palco». Venerdì, la Corte Suprema si è pronunciata con una sentenza combattuta (5 a 4), ma che ha ribaltato i precedenti verdetti. In poche parole satira e comicità non violano la carta dei diritti umani. La sentenza ha affermato che Gabriel è stato preso di mira non a causa della sua disabilità, ma per la sua fama, e che anche se alcuni dei commenti erano «vergognosi e di pessimo gusto, non hanno incitato il pubblico a trattarlo come subumano».

Per cinque giudici, Petit Jeremy può aver provato una sensazione di disagio nel corso dello spettacolo di Ward, ma nulla più. Gli altri quattro invece hanno spiegato che il giovane cantante è stato «esposto a una crudele umiliazione pubblica». Il dibattito resta aperto.

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