Ieri mattina Armin Laschet ha ipotecato la candidatura a cancelliere per i moderati alle elezioni di settembre. Con il presidente del partito cristiano democratico si è schierata la direzione dello stesso partito in un voto informale ma importante. Informale perché non è compito della direzione stabilire chi sarà il vero successore politico di Angela Merkel. Dopo 16 anni di guida della Repubblica federale tedesca, la cancelliera ha deciso di appendere al chiodo la carriera politica a fine 2021 ma chi guiderà la Cdu e i fratelli bavaresi della Csu (il partito cristiano sociale) alle elezioni ancora non è chiaro.
Laschet, che ha vinto il congresso del partito il 16 gennaio, si ritiene il candidato naturale del fronte moderato nel voto per il rinnovo del Bundestag. A suo favore gioca anche il suo ruolo di governatore del Nord Reno-Vestfalia, con quasi 18 milioni di residenti il più popoloso dei Länder. Sulla sua strada Laschet trova però Markus Söder, il governatore della Baviera, un Land con 13 milioni di abitanti e il Pil pro capite più alto fra le grandi regioni tedesche. Cattolico il candidato renano e protestante, a sorpresa, quello bavarese, negli ultimi mesi i due politici si sono scambiati sgambetti e sgarbi istituzionali, organizzando per esempio conferenze-stampa su temi diversi lo stesso giorno e alla stessa ora. Rivali senza eccedere, i due si muovono sotto lo sguardo benevolo della cancelliera alla quale piacciono entrambi.
Laschet è sempre stato un alleato fedele di Merkel, da lui difesa anche quando la critica contro la cancelleria dell'accoglienza ai profughi mediorientali era diventato lo sport nazionale. Söder dal canto suo ha saputo conquistarsi le simpatie della leader difendendola a spada tratta negli scontri fra Stato e Länder sulle misure contro il virus. Söder si è dimostrato molto più deciso di Laschet nell'affrontare la pandemia e nel comunicare le ragioni del lockdown ai cittadini diventando il secondo politico più apprezzato dai tedeschi, non solo i bavaresi, dopo l'inarrivabile Merkel. Dalla sua il carismatico Söder può rivendicare anche una grande affinità politica con i Verdi, il partito in più forte ascesa. Laschet risulta al contrario poco convincente: in un momento di grande fatica politica per la Cdu, uscita a pezzi dalle elezioni a marzo in due Länder occidentali, puntare su di lui potrebbe risultare la scelta più corretta per disciplina di partito, ma anche la più rischiosa.
Le elezioni del 26 settembre sono dietro l'angolo, e Cdu e
Csu decideranno insieme su chi puntare entro Pentecoste (23 maggio). Lo scontro sta logorando i due partiti moderati a vantaggio di Verdi e Spd e molti sperano che il braccio di ferro possa concludersi già a fine di aprile.
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