Cannabis light, neuroscienziato mette in guardia politici e famiglie

Il Giornale ha potuto visionare dei risultati scioccanti sulla valutazione delle conoscenze e dei comportamenti degli studenti sulla vendita e l’uso della Cannabis light. "Il 64.8% degli intervistati erroneamente ritiene o non sa che la cannabis light può far risultare positivo il drug test nei guidatori".

Cannabis light, neuroscienziato mette in guardia politici e famiglie

La Cannabis light è finita nei giorni scorsi sotto i riflettori della politica quando il Vice Presidente del Consiglio e leader della Lega, Matteo Salvini, ha proposto la chiusura di tutti i negozi, spuntati come funghi, che vendono questa sostanza in diverse parti d’Italia, spesso in prossima di scuole e luoghi frequentati dai giovani.

"Faremo controlli a tappeto e chiederò da domani la chiusura uno per uno di tutti questi presunti negozi turistici di cannabis", aveva spiegato il Ministro dell’Interno, ricordando che "vendono droga anche ai minori e che per quanto mi riguarda vanno sigillati dal primo all'ultimo. Ce ne sono ormai più di mille al di fuori di ogni regola e di ogni controllo" e anticipando che non ha intenzione di aspettare la sentenza della Cassazione di fine maggio per chiudere "uno per uno tutti questi luoghi di diseducazione di massa".

Contro la proposta di Salvini c’è stata una levata di scudi da parte delle forze politiche di sinistra, della metà dei sostenitori del governo di Giuseppe Conte, vale a dire i grillini pentastellati di Luigi Di Maio, di esponenti liberal e, naturalmente, degli stessi proprietari dei negozi che diffondono queste sostanze, gestori che qualche mese fa erano stati tirati in ballo anche dall'ex ministro Carlo Giovanardi.

Adesso scende in campo anche la scienza, anzi la neuroscienza, per bacchettare proprio quei politici che, indottrinati da anni da idee radical chic antiproibizioniste, non si sono ancora accorti della pericolosità di queste sostanze, di ogni droga.

Per saperne di più, infatti, Il Giornale ha sentito uno dei massimi scienziati che nel mondo si occupano di droghe, che è un italiano, il neuroscienziato Giovanni Serpelloni, direttore dell'Uoc Addiction Department dell'Aulss 9 di Verona.

Serpelloni, già capo Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri (2008-2014) e direttore del Sistema Nazionale di Allerta sulle Droghe, dopo aver sviluppato innovative ricerche nel campo delle neuroscienze, in collaborazione con centri di ricerca americani, attualmente è anche Senior Nr Fellow (presso il Drug Policy Institute, Department of Psychiatry in the College of Medicine) della University of Florida e partecipa in tutta Italia a conferenze, incontri, attività didattiche, per mettere in guarda i giovani e i genitori sulla pericolosità della Cannabis, per far conoscere a tutti questa nuova forma di business "sulla pelle dei nostri figli".

Professor Serpelloni, come è riuscito a convincere il Vice Presidente del consiglio Matteo Salvini sulla pericolosità della Cannabis light?

"Non ho dovuto convincere nessuno. Ho solo mandato ai ministri competenti (con cui non ho mai parlato personalmente) due ricerche che abbiamo fatto sul tema e che ne dimostrano la pericolosità e i potenziali problemi in termini preventivi e di condizionamento dei comportamenti di salute nei giovani".

Questi negozi sono spuntati come funghi in giro per l'Italia e spesso in prossimità delle scuole. Quali indagini ha fatto per comprendere i rischi dei giovani che si avvicinano a questa sostanza?

"Questa è una ricerca che è stata fatta su Verona su oltre 1400 studenti".

Il professore mostra a Il Giornale i risultati preliminari di uno studio condotto dalla Health promotion & Life Science - Addition Research Group, in collaborazione l'Università della Florida e la Comunità di San Patrignano, in merito alla valutazione delle conoscenze e dei comportamenti degli studenti italiani sulla vendita e l’uso della Cannabis light e i dati emersi sono scioccanti. Sono state registrate una serie di informazioni estremamente preoccupanti sotto il profilo delle scarse ed errate conoscenze che sono in possesso degli studenti relativamente all’acquisto e all’utilizzo (prevalentemente attraverso la via respiratoria) della cannabis light. E’ infatti presente una serie di distorsioni cognitive potenzialmente in grado di alterare anche la percezione del rischio nei confronti della cannabis in generale e quindi di conseguenza i comportamenti di salute.

"La condizione attuale di comunicazione mediatica e di esposizione ambientale di negozi fortemente connotati con insegne riportanti esplicitamente la parola e le immagini della cannabis, sono in grado inoltre di creare disorientamento e confusione relativamente allo stato di legalità di tali vendite ed uso. Dei 1484 studenti intervistati (di età compresa tra i 13 e i 19 anni, equamente divisi tra maschi e femmine) oltre il 40% ha dubbi o convinzione errate sulla ipotetica avvenuta legalizzazione della cannabis in generale. Il 48.8% degli intervistati erroneamente ritiene legale fumare le infiorescenze messe in vendita come prodotti da collezione, con etichette che riportano chiaramente 'non per uso umano'. Il 36.6% degli intervistati erroneamente ritiene legale la vendita delle infiorescenze per fumarle. Il 47.1% degli intervistati erroneamente ritiene legale acquistare le infiorescenze per fumarle. Il 46.8% degli intervistati erroneamente ritiene che la cannabis light possa curare le malattie. Il 31.4 % degli intervistati erroneamente ritiene che i negozi non siano autorizzati per legge a vendere la cannabis light, solo per collezione o ricerca escludendo quindi l’uso umano. L’8.5% degli intervistati erroneamente ritiene che la cannabis light possa essere usata anche dai minorenni, mentre il 23.5% è in dubbio. Il 64.8% degli intervistati erroneamente ritiene o non sa che la cannabis light può far risultare positivo il drug test nei guidatori con il pericolo di venir quindi riscontrati positivi ai possibili controlli della Polizia Stradale alla guida di motocicli o auto. Gli studenti intervistati sottovalutano quindi il conseguente ritiro della licenza di guida, la confisca del mezzo e i problemi legali derivanti. Il 9.4% degli intervistati ha fumato cannabis light. Si tenga conto della giovane età degli intervistati per la maggior parte minorenni. Si evidenzia che anche nei soggetti con meno di 14 anni esiste una quota del 2,3% che ha usato (e quindi probabilmente acquistato) cannabis light. Tale percentuale tra i 15 e 17 anni arriva al 9.2. Il 22.2% degli intervistati ha fumato cannabis potenziata (illegale). Per meglio interpretare la gravità di questo dato si tenga conto della giovane età degli intervistati per la maggior parte minorenni. Si evidenzia che nei soggetti con meno di 14 anni esiste una quota del 4.8% che ha usato cannabis potenziata. Tale percentuale tra i 15 e 17 anni arriva al 22.8".

Lei, attraverso la saggistica, ha messo in guardia anche dalla pericolosità della cannabis. Ci può spiegare in parole semplici quali sono queste pericolosità?

"La ricerca scientifica ed in particolare quella nel campo delle neuroscienze ha ampiamente dimostrato che l’uso di cannabis può produrre gravi effetti neurotossici particolarmente importanti nello sviluppo del cervello degli adolescenti. In quell’età infatti il cervello è ancora in evoluzione e quindi particolarmente sensibile. Gli effetti documentati sono la compromissione della memoria, delle capacità attentive e quindi dell’apprendimento oltre che della motivazione e della capacità di affrontare e risolvere i problemi. Anche il controllo del comportamento e degli impulsi è compromesso per l’azione inibitoria sulla corteccia prefrontale (controllo dell’aggressività) di questa droga. La cannabis inoltre agendo sul cervelletto crea una importante alterazione del coordinamento motorio e della capacità di guidare sicuramente documentate anche dai molti incidenti mortali di chi ha guidato dopo aver fumato. È dimostrato che l'assumere cannabis in giovane età (sotto i 18 anni) fa diminuire il quoziente intellettivo degli assuntori di ben 8 punti dopo 30 anni".

Ci possono essere anche problemi di disturbi psicotici?

"Persone che usano cannabis hanno maggior probabilità di sviluppare schizofrenia e altre patologie psichiatriche oltre che crisi di panico. Esse sono più inclini a sviluppare depressione. Ultimamente la risonanza magnetica ha dimostrato che i fumatori cronici di cannabis hanno alterazioni cerebrali importanti che compromettono la normale struttura e funzione. Da una nuova ricerca internazionale lesioni della struttura sono state riscontrate anche con pochi spinelli. Da un punto di vista comportamentale spesso ce un difficile controllo degli impulsi di violenza ed aggressività. Anche malattie quali bronchiti croniche e cardiopatie ischemiche sono aumentate nei consumatori. Tutti questi effetti sono correlati al delta 9Thc e più è alta la concentrazione e più i sintomi sono forti e duraturi.

Ma la cannabis di oggi è diversa da quella del "mitico" '68?

"La cannabis odierna è molto potenziata e può raggiungere alte percentuali di principio attivo, fino al 38% (la pianta in natura ha il 4%). Il pericolo nella cannabis light non è chiaramente la percentuale di Thc che è bassissima ma il fatto che le persone che la usano, soprattutto i minori, apprendono comportamenti e atteggiamenti verso le droghe sicuramente pericolosi in termini preventivi ed evolutivi. Però anche se la percentuale è bassa il Thc si può accumulare e dare comunque effetti tossici nel lungo termine. Prova ne sia che questi soggetti se testati (come per esempio fa la polizia stradale con i guidatori) risultano positivi al drugtest con tutte le conseguenze del caso (ritiro della patente, confisca dell’auto e differimento all’autorita giudiziaria con denuncia)".

In Italia alcuni politici si stanno battendo per legalizzare la cannabis. Una delle scuse è che ridurrebbe gli affari della criminalità organizzata. Le risulta questo?

"Le rispondo con le parole testuali del giudice antimafia Paolo Borsellino: 'Qualcuno ha sostenuto: se noi eliminiamo il traffico clandestino e legalizziamo il consumo di droga abbiamo contemporaneamente levato dalle mani della mafia la possibilità di fare tutti questi guadagni illeciti ed essere così potente. Tuttavia forse non si riflette che la legalizzazione del consumo di droga non elimina affatto il mercato clandestino anzi avviene che le categorie più deboli e meno protette saranno le prime ad essere investite dal mercato clandestino, perché non riesco ad immaginare una forma di legalizzazione che consenta al minore di entrare in farmacia e andarsi a comprare la dose di eroina… E’ chiaro quindi che ci sarebbe questa fascia di minori che sarebbe immediatamente investita dal residuo traffico clandestino, che diventerebbe estremamente più pericoloso, perché diretto a coloro che per ragioni di età non possono entrare nel mercato ufficiale, quindi alle categorie più deboli e più da proteggere. E verrebbe ad alimentare inoltre le droghe più micidiali, cioè quelle che non potrebbero essere vendute in farmacia non fosse altro perché i farmacisti a buon diritto si rifiuterebbero di vendere. Conseguentemente mi sembra che sia da dilettanti di criminologia pensare che liberalizzando il traffico di droga sparirebbe del tutto il traffico clandestino e si leverebbero così le unghie all’artiglio della mafia'".

Dal suo osservatorio internazionale della Florida cosa prevede per il futuro in merito a nuove droghe che possono arrivare sul mercato italiano?

"Prevedo un futuro che è già presente purtroppo. Una realtà già on line che offre qualsiasi tipo di droghe sintetiche e naturali, nuove e classiche con una penetranza formidabile sui cellulari di tutti i nostri adolescenti. Il futuro, in altre parole, è già qui e chi vuole approfittare delle debolezze e delle curiosità dei nostri figli e soprattutto degli adolescenti più vulnerabili, sta costruendo poderose multinazionali che vorrebbero poter vendere le loro droghe (e non solo la cannabis) legalmente in modo da trarne il piu alto guadagno senza correre rischi. Già esistono a livello internazionale movimenti e organizzazioni professionali che propongono la legalizzazione non solo della cannabis potenziata e dei suoi derivati (comprese gli estratti superconcentrati) ma anche dell’Lsd, dei funghi allucinogeni, della cocaina e probabilmente, su questa scia, fra non molto anche dell’eroina".

Non teme che qualcuno possa accusarla di esagerare?

"Esagerazioni? Non credo proprio e comunque il tempo ci smentirà se questo non fosse tragicamente vero.

Qualche anno fa, quando misi in guardia degli intenti delle multinazionali del tabacco di riconvertirsi sulla cannabis e di come stessero studiando poderose campagne preparatorie di marketing e gruppi di pressione lobbistica, venni schernito e definito come visionario. Oggi la realtà è andata molto oltre a quanto io avevo previsto e credo che ancora dobbiamo vedere il peggio".

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