L'affluenza è al palo. Alle 12 ha votato solo il 6,6% degli aventi diritto. E il raggiungimento del quorum per i cinque referendum sulla giustizia si fa sempre più lontano. Sicuramente pesano l'estate, la bella giornata, la voglia di andare al mare. Ma non solo. Negli ultimi mesi si è dovuto fare i conti con la pochissima informazione sul voto. Poi oggi, come se tutto questo non bastasse, a rendere difficile il raggiungimento del quorum ci sono anche episodi spiacevoli come quello di Palermo dove, in vari seggi, sono mancati scrutatori e presidenti Le segnalazioni sono arrivate fin dalle prime ore di questa importante appuntamento elettorale e subito monta la protesta dei promotori dei cinque quesiti sulla giustizia.
La levata di scudi di Forza Italia
Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, ha subito twittato: "Ho votato a Fiuggi per i 5 Referendum. Si sta facendo di tutto per boicottarne il risultato con la strategia del non voto. Gravissimo ciò che sta accadendo a Palermo dove tanta gente è stata respinta dai seggi non aperti a causa di una evidente disorganizzazione". Maurizio Gasparri, raggiunto telefonicamente da ilGiornale.it, ha rivelato di aver già parlato col titolare del Viminale che era già informata del problema perché i seggi si costituiscono il sabato. Il senatore di Forza Italia parla di episodio “grave, negativo e inquietante”, ma esclude che vi sia una strategia per boicottare i referendum. Dal Viminale, secondo quanto appreso da Gasparri, starebbero valutando di emanare una circolare urgentissima per garantire il protarsi delle operazioni di voto nella giornata di oggi e dare la possibilità a chi arriva in orario di chiusura di votare. “Al netto di questo problema che riguarda 20 seggi, bisogna far passare il messaggio che i seggi sono e che si può votare perciò andate a votare”, ha detto il senatore di Forza Italia. In queste ultime settimane, infatti, il sistema mediatico ha platealmente boicottato i referendum. Basti pensare che la comica Luciana Littizzetto, durante l'ultima puntata di Che tempo che fa, ha platealmente invitato i telespettatori ad astenersi.
In questo contesto, la vicenda di Palermo, secondo Andrea Cangini, risulta molto grave “perché lede il diritto costituzionale al voto e altera l’esito di consultazioni democratiche”. Anche il senatore forzista escluda che questo episodio sia frutto di una regia, ma “pare chiaro che un importante blocco di potere ha lavorato e lavora in simbiosi con la magistratura per far fallire i referendum sulla Giustizia”. La Rai, infatti, ha mandato in onda un solo programma informativo di due ore in cui si sono potuti confrontare i sostenitori del Sì e del No. Cangini suggerisce, quindi, di far votare i palermitani anche domani: “Sarebbe il minimo per sanare questo grave vulnus democratico”. Anche la collega Gabriella Giammanco si dice a favore dell'estensione dell'orario di apertura “delle sezioni ‘incriminate’” perché “ i cittadini devono poter votare Sì per un sistema giustizia più giusto, veloce ed efficiente ma anche per il rinnovo del consiglio comunale”. La senatrice forzista è convinta che il Comune di Palermo dovrà rispondere di questo episodio “scandaloso” per la quinta città d'Italia e “dovrà individuare i responsabili”, dal momento che le sezioni chiuse, oltrettutto, sono un danno anche per i candidati alle comunali che “ si giocano la partita anche per pochissimi voti di scarto”. Nel capoluogo siciliano, in realtà, oggi si gioca anche la finale dei playoff tra Palermo e Padova, valida per la promozione in serie B e si ipotizza che alcuni abbiano scelto di andare a tifare la squadra della propria piuttosto che recarsi ai seggi per votare o per fare il presidente di seggio. La deputata Anna Grazia Calabria si dice certa che si tratti solo di disorganizzazione ed è altrettanto sicura che “il Ministero degli Interni agirà prontamente” perché “Qualsiasi alterazione della espressione della volontà popolare non è ammissibile in un Paese democratico”.
Le accuse di Lega e Fratelli d'Italia
Durissima anche la reazione di Matteo Salvini, che ha espresso "preoccupazione e sconcerto” al Capo dello Stato. "Neanche alle elezioni condominiali c'è questo pressappochismo", ha tuonato il leader della Lega. L'ex ministro dell'Interno ha, poi, prospettato due soluzioni: "O allunghi l'orario del voto stasera o lo fai domani". Il leader del Carroccio, poi, ha sottolineato la gravità dell'episodio che è successo a Palermo, “la più grande città al voto d'Italia, non in un Comune di 500 abitanti”. E ha concluso: “Stanno rubando il voto a migliaia di persone”. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, invece, tramite Facebook, ha definito gravissimo questo episodio e ha chiesto l'intervento del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese. Il capogruppo alla Camera di FdI, Francesco Lollobrigida, si spinge oltre e chiede le dimissioni del titolare del Viminale: "Ancora una volta il ministro Lamorgese dà prova di incapacità non vigilando su Palermo e contribuendo con il suo immobilismo ad un altro disastro annunciato. Auspichiamo che la situazione possa tornare alla normalità nel più breve tempo possibile con l'apertura di tutti i seggi e le dimissioni dell'incompetente ministro dell'Interno". Il presidente della Regione, Nello Musumeci, invece, ha chiesto alla Lamorgese di prolungare l'apertura dei seggi fino a domani alle 14, soltanto nella città di Palermo. Si tratterebbe di "una misura straordinaria a seguito dell'altrettanto straordinaria situazione che si è venuta a creare in città per la mancata costituzione di decine di sezioni elettorali".
Il leghista Roberto Calderoli, che da giorni fa lo sciopero della fame per mettere in luce il tema dell'oscuramento mediatico dei referendum, attacca: "Il responsabile della regolarità del voto in qualunque elezione è unicamente il ministro degli Interni, che oggi risponde al nome di Luciana Lamorgese". Il senatore, che è anche vicepresidente di Palazzo Madama, denuncia che in Sicilia, stamattina, si è negato per ore un diritto costituzionale e ha sottolineato come "la riduzione del tempo per poter esprimere il voto e il considerare opzionale il voto referendario" siano "un doppio vulnus" della nostra Costituzione.
Calderoli ha, perciò, tuonato:"Chi oggi non è stato in grado come ministro degli Interni di garantire il rispetto della Costituzione e delle nostre leggi deve fare solo una cosa: dimettersi. Noi del ministro Lamorgese ci ricorderemo per sempre in negativo e non solo per il voto di oggi!".
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