Bisognava davvero impegnarsi a fondo per arrivare a un accordo completamente al ribasso per l'Italia, uno dei Paesi fondatori dell'Unione europea schiacciato e umiliato dai Paesi del Nord e dalla piccola Olanda, paradiso fiscale nel cuore dell'Unione europea ma paladina del rigore, ma il ministro delle finanze Roberto Gualtieri è riuscito in quest'impresa rispetto alla quale Caporetto sembra quasi un successo. Non solo non ci sono né coronabond né eurobond ma come ha spiegato Lorenzo Vita su InsideOver, il Mes, che il premier Conte aveva detto di non voler accettare, è invece ben presente con la precisazione che sarà senza condizionalità solo per spese sanitarie legate direttamente o indirettamente all’emergenza coronavirus. Viene dato ampio spessore al ruolo della Bei, la Banca europea per gli investimenti, che casualmente è guidata da un tedesco. E il Sure, voluto dalla tedesca (ed ex ministro di Frau Merkel) Ursula von der Leyen, campeggia come pilastro dell’accordo.
Si spacca il fronte a sinistra
Una delle sintesi migliori della "calata di braghe" di Gualtieri è del deputato di maggioranza Stefano Fassina, che a proposito dell'accordo di ieri nota: "Il pacchetto condiviso dall’Eurogruppo è una trappola: c’è soltanto il Mes. Il ‘Sure’, il sostegno ai disoccupati, è grande bluff; le garanzie per le imprese sono già nella mission Eib (la Banca europea per gli investimenti) e già pagate anche da noi; nessun impegno per il Recovery Fund, la formula usata per non citare gli Eurobond. Grave errore politico l’ok dell’Italia. Il Governo deve venire subito in Parlamento". Ma l'accordo spacciato dal ministro fa infuriare anche una parte dei cinque stelle, come il parlamentare Pino Cabras, che sui social osserva: "La proposta di accordo che è stata negoziata all'Eurogruppo dal ministro Gualtieri è palesemente da rigettare. A qualcuno può bastare che le "condizionalità" previste dal trattato MES non siano citate nella vaga dichiarazione finale. A qualcuno può bastare che l'Olanda non sia riuscita a mettere quella parola nero su bianco. Ma queste cose possono bastare appunto a chi non va dietro le parole. La sostanza è che quell'accordo fa comunque riferimento al trattato". Il deputato leghista Claudio Borghi parla apertamente di "tradimento" in riferimento al ministro delle finanze.
Gualtieri difende l'accordo ma non cita l'articolo 16
Il ministro naturalmente tenta di di difendere l'indifendibile e proclama il successo della sua iniziativa: "L’accordo raggiunto dall’Eurogruppo sul pacchetto di proposte per l’emergenza Covid-19 da sottoporre alle decisioni del Consiglio Europeo costituisce un ottimo risultato che giunge dopo un negoziato difficile e a tratti aspro" spiega Roberto Gualtieri su Facebook. "Grazie alla solida alleanza tra l’Italia e gli altri paesi firmatari della lettera promossa dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, l’agenda europea è cambiata e si è passati da un documento con un'unica proposta, il MES con condizionalità leggere, a un pacchetto di quattro proposte che include 200 miliardi della Bei per le imprese, 100 miliardi che attraverso il nuovo programma SURE contribuiranno a finanziare la cassa integrazione e la proposta italo-francese di un grande Fondo per la Ripresa alimentato dall’emissione di debito comune europeo".
Peccato che il diavolo, come al solito, sia nei dettagli, cioè nel punto 16 dell'accordo siglato all'Eurogruppo: "La linea di credito sarà disponibile fino alla fine della crisi COVID-19. Successivamente, gli Stati membri dell'Eurozona si impegneranno a rafforzare i fondamentali economici e finanziari, coerentemente con il quadro di coordinamento e monitoraggio economico e fiscale dell'UE, inclusa l'eventuale flessibilità applicata dalle istituzioni UE competenti".
In buona sostanza, terminata l'emergenza sanitaria, il Mes - a cui l'Italia dovrà accedere per far fronte alla crisi - può decidere che devono cambiare anche le condizionalità. E non sarà uno scherzo. Questo è ciò che prevedono i trattati, che non sono stati modificati. Altro che "niente condizionalità" o grande successo. Gualtieri ha firmato la resa. Che farà ora il premier Giuseppe Conte?
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