Carceri incandescenti, niente indulto

Rivolte e feriti anche ieri. Delmastro stoppa le ipotesi di colpo di spugna: "No al liberi tutti"

Carceri incandescenti, niente indulto
00:00 00:00

Nessun cedimento a chi vorrebbe un indulto mascherato: questa, nella sostanza, la linea del governo davanti all'emergenza carceri. Emergenza sempre più grave, visto il caos scoppiato nel penitenziario di Torino, dove una rissa tra detenuti si è trasformata in una rivolta con disordini in diversi reparti e sei agenti della polizia penitenziaria che sono rimasti feriti; mentre a Ivrea un detenuto straniero ha aggredito gli agenti e anche a Biella due poliziotti sono rimasti feriti. E a Parma si è tolto la vita un altro detenuto (sono 67 nel 2024). Ma alle richieste della sinistra di un provvedimento urgente per fronteggiare il sovraffollamento dei penitenziari, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove risponde brusco: «Di indulti più o meno mascherati se ne sono già visti tanti, e come è andata a finire è sotto gli occhi di tutti. Nel giro di poco tempo la situazione delle carceri era tornata esattamente al punto di prima».

A eccitare gli animi era stata la voce secondo cui lo stesso governo si preparava a varare un provvedimento urgente: liberazione immediata di tutti i detenuti con meno di due anni da scontare. In questo modo, secondo i calcoli, sarebbero usciti 16mila ospiti delle patrie galere. «Il problema - spiega Delmastro - è che già la legge attuale consente al magistrato di fare uscire dal carcere chi è vicino alla fine della pena: quando mancano quattro anni si accede all'affidamento in prova, quando mancano due anni ai domiciliari, eccetera. Ma questo avviene sotto il controllo del magistrato, che valuta caso per caso se ci sono i requisiti, se non c'è la pericolosità, eccetera. Immaginare di fare uscire tutti, senza controllo, con un decreto legge, sarebbe un indulto. E noi indulti non ne facciamo. Non siamo per il «tana liberi tutti». Siamo per la certezza della pena. Che non vuol dire buttare via la chiave della cella, basti pensare che ci sono 130mila detenuti che stanno scontando la loro pena fuori dal carcere». I 16mila in più che uscirebbero se arrivasse il decreto di cui si parla sono in larga parte detenuti che hanno già presentato domanda e se la sono vista respingere, spesso perché non avevano una casa o una comunità disposte ad accoglierli. «Per questo - dice il sottosegretario - nella legge che abbiamo fatto approvare ci sono misure di sostegno concreto per l'allargamento dei posti di accoglienza esterna. Queste sono misure corrette, efficaci e permanenti, non quelle che vorrebbero loro».

Le polemiche in questi giorni si sono fatte roventi, in diverse carceri d'Italia si sono recate in visita delegazioni di avvocati e di politici, e ogni volta le visite si sono concluse con il racconto di situazioni drammatiche di sovraffollamento e la richiesta di interventi urgenti. Una visita di esponenti radicali al carcere bolognese della Dozza, occupato al 160 per cento della capienza, ieri è finita con l'annuncio di una denuncia contro il ministro della Giustizia Carlo Nordio per la «illegalità» nella gestione delle strutture penitenziarie. Ma la linea del governo (almeno nella sua componente più rigorosa, di cui Delmastro è figura di punta) non cambia: «Non c'è all'ipotesi alcuna misura svuota carceri. Il libera tutti non rieduca, non riabilita, non garantisce sicurezza», dice il sottosegretario.

E Delmastro risponde senza eufemismi all'ex presidente delle Camere penali, Gian Domenico Caiazza, che lo accusava di avere visitato un carcere incontrando gli agenti ma non i detenuti: «Nella mia delega non c'è il detenuto ma la polizia penitenziaria. Non si capisce perché in passato si sfilava per incontrare solo i detenuti e non c'era mai nessuno che si stracciasse le vesti per le mancate visite agli agenti».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica