Ancora una critica molto dura al sistema carcerario italiano. A muoverlo, in un rapporto diffuso oggi, è il Cpt del Consiglio d'Europa (Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o dei trattamenti inumani o degradanti), che "raccomanda che le autorità italiane proseguano gli sforzi per sradicare il sovraffollamento carcerario". Qualcosa è stato fatto negli ultimi anni, ma serve ancora molto. Il Cpt chiede di "essere informato sui passi intrapresi dalle autorità per fermare la crescita della popolazione carceraria registrata dall'inizio del 2016".
Nel rapporto si legge inoltre che il Comitato raccomanda che le autorità "agiscano per garantire che gli standard minimi" sulle condizioni detentive siano applicati in "tutte le strutture in Italia", e che "diano al personale di custodia il chiaro messaggio che i maltrattamenti fisici, l'eccessivo uso della forza e gli abusi verbali sui detenuti non sono accettabili e saranno gestiti di conseguenza".
Ma i numeri come sono? Il rapporto riconosce alle autorità italiane di essere riuscite a ridurre la popolazione carceraria da 65.701 nel 2013 a 53.495" nell'aprile 2016, e ad "aumentare la capacità globale del sistema detentivo da 47.040 a 49.545 nello stesso periodo".
Tuttavia il Comitato prosegue affermando che "nel primo semestre 2016 la popolazione delle carceri è aumentata da 52.164 a 54.072 detenuti, apparentemente per l'aumento del ricorso alla custodia cautelare", aumento che "non ha fatto altro che aggravare la situazione".
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