Da caregiver a valletta di Conte: bufera su Scanzi

Il giornalista al comizio di Conte in piazza. Dal pubblico insulti a Renzi. Insorge Italia Viva

Da caregiver a valletta di Conte: bufera su Scanzi

Si è presentato così, dicono “a sorpresa”, al fianco di Giuseppe Conte. Sorrisi, mezzi abbracci, la mano dell’ex premier che spesso cerca il contatto del giornalista. Andrea Scanzi da Arezzo, sedicente “rockstar del giornalismo”, e il leader del Movimento Cinque Stelle: due cuori e un comizio, quello a Montevarchi di ieri. Conte se ne sta lì tranquillo a intrattenere il (poco) pubblico presente in piazza, quando all’improvviso scende dall’alto dei cieli lo scrittore-cronista-conduttore-teatrante. Direte: che male c’è? Nulla, forse. O forse sì. Nel senso che per quanto Giuseppi abbia provato a dire di non voler “coinvolgere” lo Scanzi in un comizio presentandolo “in veste di giornalista” (dite che è la giacca in pelle a fare il monaco?), alla fine Andrea ha finito col fare fa spalla al leader di un partito. Tipo reggimicrofono. Ha fatto qualche domanda, inutile. Ha dato il “La” alle considerazioni dell’ex premier. Ma non ha mai pizzicato il suo ospite, manco per sbaglio: le domande sono andate da “sei stanco?” a “perché alla stampa non stai simpatico?”. Passando per un impavido “tutti hanno pensato che se i Cinque Stelle nuovi hanno un futuro, quel futuro coincide con Giuseppe Conte”. Com’era la storia del giornalista cane da guarda del potere? Brrr che paura.

Non s’è neppure accorto, il poro Scanzi, che mentre Conte citava Matteo Renzi e la sua “crisi al buio” che ha sbattuto Giuseppi giù da Palazzo Chigi, qualcuno ha urlato frasi tipo “sparategli” e “fatelo fuori”. Andrea era lì, ma (se ha sentito) non ha detto nulla come il leader del M5S (che s'è scusato solo oggi). Anzi: i due hanno fatto pure battute sull’inesistenza di Italia Viva e sulla poca simpatia del suo leader. Hanno sorriso. Di più: hanno proprio riso alle spalle di Renzi. Provate a immaginare cosa avrebbero scritto i colleghi del Fatto Quotidiano se un cronista di altra area politica si fosse prestato così ad un comizio in strada di un leader politico. Provate solo a immaginare. Fatto? Ecco: moltiplicatelo per tre.

Non potevano ovviamente mancare alcune polemiche. Maria Elena Boschi biasima il "giornalista pagato da Rai e La7 fa campagna elettorale in piazza a fianco di un ex premier, che assiste silente agli insulti e alle minacce di morte contro Matteo Renzi". Sulla stessa linea anche Teresa Bellanova, lo stesso Renzi ("ciò che colpisce non sono le urla di pochi ma i silenzi dei tanti"), Giuseppe Luigi Cucca e altri. Davide Bendinelli chiede che l'Ordine "intervenga al più presto nei confronti di un giornalista che fa dell'odio il suo pane quotidiano". Mentre Michele Anzaldi, cattivello come solo lui sa essere, si chiede invece se "è normale" che a Scanzi - dopo aver "partecipato al comizio elettorale di Conte" - "vengano messi a disposizione" due spazi pubblici per il suo "spettacolo di evidente carattere politico" che "dietro la presunta satira propone due ore di attacchi e insulti ad alcuni leader di partito".

Baruffe a parte, in fondo ormai da Scanzi questo ci si attende. È pur sempre il giornalista “più potente sui social” che prima minimizza il Covid (“non è una malattia mortale porca di una putt*** tr*** ladra”) e poi semina giudizi sui politici “cazzari del virus”.

È il panchinaro dei vaccini, il caregiver dei genitori, l'uomo con la presunzione di farsi ringraziare da “larga parte degli italiani” per aver preso Astrazeneca. Insomma: quella roba lì. Per questo non stupisce: da caregiver a valletta, il salto è stato breve.

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