Carrà, l'ultimo applauso "Vai nella fiesta in cielo"

Funerali francescani, vip in lacrime, maxi schermo per i fan. Poi il viaggio da San Pio

Carrà, l'ultimo applauso "Vai nella fiesta in cielo"

Qualche bella foto del passato, fiori gialli, bara in legno grezzo con, accanto, un cuore rosso con su scritto «Sergio» e l'organo monumentale a scaldare il cuore e a far vibrare le pareti della basilica in Ara Coeli. Basta questo. Vietati canti e spartiti lacrimevoli, Schubert compreso.

Bando alla tristezza che Raffaella aveva fatto in tempo a dettare a Japino la linea del suo funerale, l'ultimo, semplice atto di un'indimenticabile tre giorni di lutto collettivo, meritato privilegio per una donna dai sobri principi nonostante le mille luci del varietà.

La cronaca racconta di una funzione blindata, visti i tempi, ma ciò non ha impedito che i romani si facessero comunque sentire con canti e applausi sotto l'impietoso sole di luglio. Quattro generazioni di fan tenuti a bada dalle bottigliette d'acqua della protezione civile e da due maxischermi con la diretta della funzione dalla basilica in Ara Coeli. In chiesa poco meno di 200 persone distanziate il giusto tra cui: Sergio Japino, l'ad Rai Fabrizio Salini, Michele Cucuzza, Beppe Convertini, Gigi Marzullo, Massimo Lopez, Alessandro Greco, Milly Carlucci, Lorena Bianchetti, Monica Leofreddi, Serena Autieri, Carmen Russo, Enzo Paolo Turchi, oltre alle figlie di Gianni Boncompagni, la sindaca Raggi e il ministro Franceschini.

Partono le esequie con, ai piedi dell'altare, la bara contornata di fiori e la foto culto del programma «Amore» per ricordare la dedizione alle adozioni a distanza (ne fece adottare 130mila di bambini), ma anche (e soprattutto) per lenire certi tormenti di una maternità mancata. «Il dolore è tanto, la retorica sarebbe una facile scappatoia, ma Raffaella ci salverà da questo, lei è stata tante cose, ma retorica mai - esordisce frate Simone Castaldi, vicario superiore dei francescani -. Era una donna carismatica ma che riusciva a sorprendersi per il suo enorme talento». Nell'omelia il tocco poetico: «Raffaella, vai in pace e goditi il meritato riposo nella fiesta del cielo»

Il frate annuncia, a sorpresa, il viaggio dell'urna a San Giovanni Rotondo, terra di Padre Pio. Perciò racconta: «Mi piace dirvi di questa amicizia discreta che lega me e altri confratelli a Raffaella e Sergio da un ventennio, da quando accettò di inaugurare la neonata Teleradio Padre Pio e il centro delle telecomunicazioni sociali dei frati cappuccini di San Giovanni Rotondo, oggi evoluti nell'emittente Padre Pio Tv. Più in là mi confessò di essersi innamorata di Padre Pio».

Qualche giustificabile tentennamento dei presenti per una richiesta di reciproca stretta di mano in segno di pace e prende la parola la sindaca Raggi, le trema la voce dall'emozione: «Oggi l'Italia si ferma per celebrare una gran donna, un'icona internazionale e lo vediamo dalle bandiere che sventolano fuori, il segreto di Raffaella era il travolgente carisma». Aggiunge Lorena Bianchetti: «Una donna molto italiana e mai provinciale. Ha insegnato che un ombelico può essere sensuale e innocente al tempo stesso. Quei sabato sera in bianco e nero li faceva diventare a colori con i suoi balletti, era capace anche di questo».

Prima dell'uscita del feretro dalla basilica viene violata per l'ennesima volta la regola del rispetto del silenzio (almeno) in chiesa e - all'interno della basilica - partono applausi scroscianti come fossimo al Delle Vittorie. Avrà sicuramente gradito.

Dopo la tappe a San Giovanni Rotondo Raffaella Carrà riposerà all'Argentario, nel cimitero di Porto Santo Stefano, non lontano dalla sua villa di Cala Piccola

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