"È la terza ondata". Paura per le varianti. Dal boom di Brescia ai casi Lazio e Liguria è corsa alle chiusure

Casi in aumento nella città lombarda, ora "arancio rafforzato", nel Cremonese e nel Mantovano. Stretta nell'Imperiese, scuola chiusa a Roma a causa del ceppo brasiliano. Emilia, limitazioni in 14 Comuni. Bertolaso: "Mutazioni ad alta capacità di diffusione"

"È la terza ondata". Paura per le varianti. Dal boom di Brescia ai casi Lazio e Liguria è corsa alle chiusure

La terza ondata è già qui. Dal Ponente ligure all'Umbria, dall'Abruzzo al Frusinate e all'Emilia Romagna le varianti fanno paura un po' ovunque, e per non farsi travolgere l'Italia prova a mettere a punto una strategia diversa, con nuove restrizioni mirate e vaccini usati come arma di contenimento. «La situazione è sotto controllo e gestibile rispetto all'autunno passato, tranne in provincia di Brescia, dove siamo di fronte alla terza ondata della pandemia. Va aggredita immediatamente» ha annunciato in Consiglio regionale il capo della campagna vaccinale lombarda Guido Bertolaso. Il Bresciano, area ad alta densità e produttività, da ieri è colorata di «arancione rafforzato». Scelta identica per 14 comuni dell'Emilia Romagna a partire da domani fino a metà marzo.

Già molto colpita nel corso della prima ondata, Brescia oggi ha un'incidenza doppia rispetto alle altre province lombarde (quattro hanno avuto un incremento percentuale maggiore negli ultimi 7 giorni). Ieri altri 546 casi. «Le rianimazioni bresciane sono sotto stress - ha spiegato Bertolaso - e Areu sta trasferendo pazienti nelle rianimazioni delle province limitrofe». Colpiti in particolare il capoluogo e l'hinterland, una decina di Comuni della Val Camonica e quelli al confine con la Bergamasca, dove problemi si registrano specularmente proprio nelle cittadine «frontaliere» con Brescia. Ecco dunque la decisione e la strategia annunciata dal vicepresidente della Regione Letizia Moratti e tradotta in un'ordinanza firmata dal governatore Attilio Fontana, che dalle 18 ha istituito una «fascia arancione rafforzata» in tutta la provincia, ma anche in otto Comuni della Bergamasca e a Soncino (Cremona), con stop alle scuole, divieto di recarsi nelle seconde case, obbligo di mascherine chirurgiche nei mezzi pubblici, smart-working dove possibile più le altre misure da «arancio». «La decisione - ha spiegato Moratti - è stata presa dopo aver consultato la Commissione dati, composta dai rappresentanti del mondo scientifico e in accordo con il ministero».

Bertolaso ha mostrato immagini molto eloquenti nel rappresentare questa terza ondata - ma anche la sostanziale immunità di ospiti e operatori delle Rsa già coperti dal vaccino - e per «dare l'idea» della capacità di diffusione della variante» (in Lombardia si tratta di quella inglese, riscontrata in altri focolai già chiusi mercoledì 17) davanti a un'Aula in religioso silenzio ha spiegato come il Covid «classico» contagi a una distanza «fra me e la signora che sta qui davanti a me, un metro e mezzo-due, mentre se siamo colpiti da virus con variate inglese arriviamo a contaminare quei due signori che sono nel banco là in fondo». Ora si tenterà di erigere «una diga» vaccinale fra la Bergamasca e Brescia, per poi entrare nel Bresciano. Critica la situazione nel Cremonese e nel Mantovano.

Anche nella parte occidentale dell'Imperiese si registra un'incidenza doppia rispetto al resto della Liguria e il governatore Giovanni Toti ha firmato ieri un'ordinanza (in vigore da oggi al 5 marzo) che prevede ulteriori restrizioni per limitare i contagi. Trentuno i Comuni interessati, in due distretti, Ventimiglia e Sanremo. Nel primo, il coprifuoco è anticipato alle 21 e restano chiusi bar e ristoranti (con asporto consentito fino alle 18, orario oltre il quale sarà vietato vendere bevande alcoliche). Divieto assoluto di assembramento, manifestazioni permesse solo in forma statica. Anche se nel frattempo la Liguria diventerà zona gialla, scatterà il divieto di entrata e uscita dal distretto di Ventimiglia, se non per motivazioni di necessità, studio o lavoro. In entrambi i distretti resteranno chiuse le scuole di ogni ordine e grado, con adozione della didattica a distanza, e sarà vietato l'accesso alle aree gioco attrezzate nei parchi pubblici.

Anche nel Lazio si corre ai ripari con interventi - per ora - mirati. «Attenzionata la situazione della Ciociaria». Una quarta zona rossa è stata introdotta ieri a Torrice (Frosinone), dopo che misure analoghe hanno interessato sabato Colleferro e Carpineto Romano, in provincia di Roma, e Roccagorga in provincia di Latina (lunedì 15).

Intanto l'assessore regionale Alessio D'Amato ha confermato la chiusura di una scuola a Roma, a causa della presenza della variante brasiliana con link proveniente dall'Umbria, una Regione già molto provata dalla varianti e focolai che sono arrivati a lambire anche la Toscana.

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