Il premier Giuseppe Conte sempre più in difficoltà. Non solo per gli scontri sempre più frequenti e più duri all’interno della maggioranza che sostiene il suo governo ma anche per la vicenda Alpa e sul concorso con cui l’attuale premier è diventato professore ordinario.
Per chiarire la vicenda, portata alla luce per la prima volta da Repubblica nell’ottobre 2018, negli ultimi giorni sono scese in campo anche “Le Iene”. L’ex avvocato del popolo, nel tentativo di difendersi da accuse e sospetti, ha più volte dichiarato che l’Anac ha escluso il conflitto d’interessi, circa la presenza di Guido Alpa nel collegio che nel 2002 gli assegnò una cattedra all’Università di Salerno.
Ma secondo Fanpage.it che ha visionato dei documenti, le cose non stanno proprio così. Alpa è considerato il maestro professionale di Conte e non solo. Con l’attuale premier ha condiviso per anni l’indirizzo dello studio professionale. I due, inoltre, avrebbero anche lavorato insieme in alcune occasioni.
Secondo “Le Iene”, la collaborazione tra Conte e Alpa era un vero e proprio sodalizio economico e professionale. Proprio per questo, Alpa non avrebbe potuto ricoprire il ruolo di commissario chiamati a giudicare il premier nel suo concorso universitario.
Il premier, però, ha ribattuto affermando come la sua promozione sia avvenuta all’unanimità. Il giudizio di Alpa, pertanto, sarebbe stato ininfluente. Vi sarebbe anche un secondo punto su cui Conte ha replicato alle accuse: la sua attività professionale e quella di Alpa si sono sempre svolte in parallelo, senza alcun tipo di associazione professionale. Ciò farebbe cadere la possibile accusa di conflitto di interessi.
Inoltre, per avvalorare la sua tesi, Conte ha citato i pareri espressi dall’Autorità nazionale anticorruzione che lo assolverebbero. Anche ai microfoni de Le Iene, come documentato nella versione integrale dell’intervista pubblicata sul suo profilo Facebook, il premier ha dichiarato che “l’Anac ha già detto che non c’è nessuna cointeressenza d’interessi”.
L’autorità, guidata all’epoca da Raffaele Cantone, si era pronunciata sul caso a seguito dell’esposto dell’avvocato pesarese Silvio Ulisse. E qui arriva il punto fondamentale. Nel maggio di quest’anno, l’Anac ha risposto all’avvocato con una lettera in cui si sottolinea come la vicenda riguardi “fatti molto risalenti nel tempo e, in quanto tali, nemmeno modificabili in autotutela”.
Sostanzialmente, si prende atto dell’impossibilità di intervenire sull’esito di un avvenimento, in questo caso il concorso, che si è tenuto 17 anni fa. Di conseguenza, l’autorità anticorruzione in merito al procedimento''atti molto risalenti nel tempo e, in quanto tali, nemmeno modificabili in autotutela''.
Cosa significa? Se si legge con attenzione emerge che l’Anac non ha mai detto che tra Conte e Alpa non ci fosse conflitto d’interessi ma ha sottolineato come oggi sia impossibile modificare il corso degli eventi. Pertanto si è fermato prima di pronunciarsi sul merito della questione.
Il premier, però, avrebbe potuto anche riferirsi ad un'altra delibera dell’Anac del marzo 2017. In questo documento Raffaele Cantone afferma che ''ai fini della sussistenza di un conflitto di interessi fra un componente la commissione di concorso e un candidato, la collaborazione professionale o la comunanza di vita […] deve presupporre una comunione di interessi economici o di vita tra gli stessi di particolare intensità e tale situazione può ritenersi esistente solo se detta collaborazione presenti i caratteri della sistematicità, stabilità, continuità tali da dar luogo ad un vero e proprio sodalizio professionale''.
La delibera riguarda una vicenda diversa da quella di Conte ed è precedente ad essa. Inoltre si limita a fissare dei criteri generali di incompatibilità fra esaminante ed esaminato. Come sottolinea ancora Fanpage.it, sul caso Conte-Alpa vi è un solo pronunciamento da parte dell’autorità anticorruzione ma non si parla di assenza di conflitto di interessi.
''Conte dà una spiegazione plausibile. Il fatto che un soggetto possa scrivere un libro insieme o si trovi a essere co-difensore in un procedimento non integra di per sé gli estremi della comunione di interessi”, furono le parole di Raffaele Cantone nell’ottobre dello scorso anno sulla vicenda.
Il presidente dell’Anac aveva anche sottolineato che ''abbiamo provato a spiegare che non basta l’esistenza di un rapporto fra maestro e discente, c’è bisogno di una comunione di interessi
economici''. Il concetto lo aveva ribadito qualche giorno dopo: ''Una collaborazione sporadica e l’ufficio condiviso non bastano per stabilire che vi sia comunanza di interessi tra lui e il prof Guido Alpa''.
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