Il Colle avverte Grasso: calmo, tanto resti dove sei

In caso di crisi reincarico a Renzi: Mattarella "frena" le ambizioni dell'ex magistrato

Il Colle avverte Grasso: calmo, tanto resti dove sei

Roma - Non ne ha parlato al Meeting di Rimini, ma la tentazione di lanciare qualche frecciata alla seconda carica dello Stato era tanta. Matteo Renzi ha preferito prendersela con i nemici dichiarati e ufficiali, che sono anche quelli più facili. Il leader della Lega Nord Matteo Salvini che vuole bloccare il Paese. Poi la sinistra interna del Partito democratico.

Ma, fuori dai riflettori, il presidente del consiglio si è occupato anche del terzo fronte politico autunnale che minaccia il suo governo, quello che lo contrappone a Pietro Grasso.

È noto che la riforma del Senato passa anche per il presidente del Senato, nel senso che il via libera agli emendamenti che vogliono reintrodurre la eleggibilità spetta a lui. Il famoso articolo due della riforma Boschi sul quale lo stesso Grasso in questi giorni ha auspicato una «soluzione politica», unico modo per evitare «un'impasse». Grasso è in conflitto di interesse perché presiede l'assemblea che la riforma Boschi trasforma profondamente. E anche perché il presidente del Senato viene molto depotenziato dalla legge. Per dirne una, non sarà più la seconda carica dello Stato.

Ma non è solo per questo. Anche perché la riforma entra in vigore alla prossima legislatura. C'è dell'altro. Palazzo Chigi vede dietro le frenate di Grasso un disegno politico personale. Gli emendamenti della minoranza Pd rischiano di diventare un grimaldello, prima per dimostrare che non c'è una maggioranza, poi per proporre una soluzione alla crisi che sia parlamentare (quindi senza elezioni) e istituzionale. Cioè che passi per una personalità delle istituzioni che goda di un consenso ampio. Facile individuare lo stesso Grasso, che piace a chi nella maggioranza fa la fronda a Renzi (la sinistra Pd) e anche a un pezzo di opposizione (ad esempio il M5S).

Scontata l'ostilità di Palazzo Chigi. Ma lo stop più importante a questo disegno, raccontano fonti parlamentari, è arrivato dal Quirinale.

Il messaggio di Sergio Mattarella sarebbe più o meno di questo tenore: non ci sarà nessuna crisi a causa degli emendamenti sull'eleggibilità del Senato. E se ci dovesse essere, non sfocerà in un incarico a una personalità istituzioni. Più facile, come ha scritto ieri il Giornale , un Renzi bis, insomma.

Il Quirinale ha giocato questa partita autonomamente. Lo stop a tentativi di destabilizzare il governo sulle riforme è farina del sacco di Mattarella. Ma Renzi non ha rinunciato a fare arrivare al Colle messaggi precisi. Uno di questi è che lui è disponibile ad accettare qualunque soluzione. Tutte tranne quelle che passano per Grasso.

Se qualcuno raccoglierà, anche temporaneamente in attesa delle elezioni, i frutti di questa crisi, questo non dovrà essere chi in qualche modo ha contribuito a farla precipitare.

Cioè chi non ha contribuito a disinnescare le mine degli anti Renzi del Pd sul fronte delle riforme.

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