Caso Diciotti, ora il M5s vuol consegnare Salvini al tribunale del popolo

Paragone propone un referendum su Rousseau Il presidente della giunta Gasparri: "Votiamo no"

Caso Diciotti, ora il M5s  vuol consegnare Salvini al tribunale del popolo

«Votare no? Non significa cambiare pelle, non c'è questo in ballo, c'è il rispetto delle leggi costituzionali». Il capogruppo dei Cinque stelle in giunta delle immunità del Senato, Michele Giarrusso, ha aperto al possibile «salvataggio» di Salvini dall'autorizzazione a procedere chiesta dal Tribunale dei ministri di Catania per il caso Diciotti. Interpellato sulla possibilità che la base del Movimento reagisca negativamente allo stop al processo, Giarrusso ha puntualizzato che «non esiste la base, ci sono gli attivisti che sono con noi, e gli attivisti capiscono, capiscono...». Ieri nessun esponente pentastellato è intervenuto nel dibattito guidato dal presidente Maurizio Gasparri. E lo stesso capogruppo grillino ha precisato che «prenderemo una decisione insieme, per ora abbiamo ascoltato».

Per quanto M5s non abbia nessuna intenzione di far saltare il governo, le spinte centrifughe ci sono e si palesano quotidianamente. Il senatore Gianluigi Paragone ha, infatti, proposto di «coinvolgere i nostri iscritti con un referendum sulla piattaforma Rousseau». In questo modo Salvini sarebbe esposto alla gogna mediatica del sito della Casaleggio & C. Un eccesso sul quale anche Paragone ha cercato di frenare. Occorre che il Tribunale dei Ministri «prenda coscienza del fatto che il governo intero si è auto-incolpato per quella decisione, anche noi del Movimento abbiamo capito che si rischia di esporre tutta la catena del governo», ha concluso. Non tutti, però, la pensano allo stesso modo. Ad esempio, un altro componente pentastellato della Giunta, Francesco Urraro, ha sottolineato che «da alcuni spunti emerge il preminente interesse pubblico, da altri un po' meno: faremo una valutazione di sintesi».

L'iniziativa, così, l'ha presa il presidente Maurizio Gasparri (Fi) formulando una proposta in base alla quale si riconosce che il ministro Matteo Salvini ha agito «per preminenti interessi pubblici» e per questo la Giunta per le immunità del Senato deve respingere la richiesta di autorizzazione a procedere. La discussione della tesi, contenuta in una relazione di quindici pagine, proseguirà oggi e il voto è atteso martedì 19 febbraio (al massimo entro mercoledì 20) di modo che l'aula possa esprimersi entro il 25 marzo. Secondo la relazione di Gasparri, Salvini (accusato di sequestro di persona aggravato) «ha agito nel quadro di una azione di politiche di governo sul contrasto dell'immigrazione e di tutela della sicurezza nazionale». Il presidente della Giunta ha anche annunciato la decisione di chiedere al presidente del Senato di trasmettere alla Procura di Catania i documenti firmati dal premier Conte e dai ministri Luigi Di Maio e Danilo Toninelli che Salvini ha allegato alla memoria depositata. In quelle carte il premier, il leader del Movimento e il titolare delle Infrastrutture confermano la collegialità delle decisioni prese nei giorni del caso Diciotti.

La richiesta di inviare i documenti a Catania era stata avanzata anche da Pietro Grasso (Leu). Occorre ricordare, infine, che Forza Italia e Fratelli d'Italia hanno già da tempo annunciato l'intenzione di respingere la richiesta dei magistrati siciliani.

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