La Cassazione tiene in carcere Anan. La sinistra: "Combatte per la libertà"

Confermata la misura. È accusato di terrorismo ma per partiti e movimenti italiani è "resistenza"

La Cassazione tiene in carcere Anan. La sinistra: "Combatte per la libertà"
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Dove c'è terrorismo e Intifada, vedono movimenti di liberazione. E se c'è un palestinese accusato di avere sostenuto un gruppo armato, per loro è «un combattente per la libertà».

Lo storico equivoco ideologico della sinistra estrema sullo Stato ebraico si specchia nel caso di Anan Yaeesh, il 37enne palestinese arrestato in Italia e indagato - coi connazionali Ali Saji Rabhi Irar e Mansour Doghmosh - con l'accusa di collaborare a diverso titolo con le «Tulkarem Brigade», gruppo della Cisgiordania che fa parte delle Brigate dei martiri di Al-Aqsa, organizzazione che l'Ue considera terroristica. La formazione, secondo l'accusa, progettava attentati, contro Israele e non solo.

A favore dei tre, in Italia, si è sviluppata un'ampia campagna politica e mediatica, tutta di sinistra, con manifestazioni di piazza e sit-in, ma pure atti parlamentari e interventi mediatici. «Pretendiamo che il Governo italiano si opponga all'estradizione del cittadino palestinese Anan Yaeesh in Israele, dove verrebbe incarcerato e torturato - attaccava Potere al popolo a febbraio - Non possiamo essere complici di uno stato occupante e genocida». «Free Anan!» e «La resistenza non si arresta!», erano (e sono) gli slogan.

Ad aprile, la deputata grillina Stefania Ascari ha promosso una conferenza stampa alla Camera, con il difensore del palestinese e con un attivista, annunciando un'interrogazione, votata dalle forze dell'opposizione, per «chiedere spiegazioni sul perché ci sia stata l'autorizzazione alla misura coercitiva della privazione della libertà».

La Corte d'Appello aveva già respinto una richiesta di estradizione presentata da Israele per i tre palestinesi. Ieri la Cassazione ha confermato il carcere per Yaeesh, che vive e lavora a L'Aquila dal 2017, accogliendo invece per gli altri due indagati il ricorso presentato dal difensore, annullando quindi la decisione del Riesame di aprile e disponendo per loro il rinvio ai giudici della Libertà.

Anche alla vigilia del verdetto si sono registrate manifestazioni a loro favore. «In concomitanza dell'udienza, all'esterno di piazza Cavour a Roma, un presidio di manifestanti ha richiesto a gran voce la liberazione dei tre ragazzi» ha scritto Il Manifesto, aggiungendo che «analoghe dimostrazioni si sono registrate davanti alle prefetture di Firenze, Modena, Como e Milano».

«L'Italia sbatte in cella chi combatte per la libertà» - si leggeva ieri su L'Unità - «Sono tre ragazzi palestinesi. Appartengono alla resistenza armata della Cisgiordania. Il nostro governo li ha fatti arrestare per consegnarli a Israele».

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