Il centrodestra si ricompatta sulla battaglia del fisco. È bastata l'allusione a una possibile reintroduzione del redditometro quale strumento idoneo a valutare il potenziale tributario dei contribuenti per scatenare malumori nei partiti (di governo e non) che animano la colazione. La prima a sollevare i dubbi è la leader di Fratelli d'Italia che parla di «pericoloso passo indietro». È un sistema fiscale, spiega Giorgia Meloni con un post sulla sua pagina Facebook già messo da parte nel 2018. «Se il reddito dichiarato dal contribuente - scrive - non è in linea con i parametri stabiliti dallo Stato, l'Agenzia delle Entrate invierà subito gli accertamenti fiscali, chiamando gli italiani a giustificare i loro acquisti e il loro modo di vivere». E il giudizio è senza appello: così ripiombiamo «negli anni della peggiore persecuzione fiscale messa in piedi dai governi dei tecnici e della sinistra, contro cui ci batteremo in Parlamento». Il suo ragionamento trova sponda anche nella destra di governo che parla per voce di Anna Maria Bernini, capogruppo al Senato di Forza Italia. «La lotta all'evasione fiscale è un dovere dello Stato, ma è illusorio - commenta la senatrice azzurra - pensare di vincerla con strumenti come il redditometro senza una riforma complessiva dell'intero sistema, compreso quello della riscossione». «Semmai - aggiunge la Bernini - è proprio l'eccessiva pressione esercitata da tasse e tariffe sul ceto medio, aggiunta alla crisi delle imprese, ad alimentare il sommerso. Il Mef, però, non può presupporre un'inversione dell'onere della prova: non deve essere il contribuente a dimostrare che la sua dichiarazione è veritiera, ma è il fisco che ha il compito di dimostrarlo, e per farlo non può ricorrere a una presunzione statistica come quella basata sulle medie Istat».
E lo stesso Berlusconi torna a parlare di flat tax. «La realizzerà il prossimo governo di centrodestra - dice ai suoi, e spinge per la riforma fiscale presentata proprio da Forza Italia - Questo governo di unità nazionale è in grado di approvarla». D'altronde proprio ieri Forza Italia ha inaugurato la «due giorni» dedicata al Fisco, con gazebo sparsi in tutte le città. A Roma sono intervenuti, tra gli altri, il coordinatore nazionale Antonio Tajani, Maurizio Gasparri e Sestino Giacomoni. A Milano c'era la senatrice Licia Ronzulli che ha ribadito: «Dopo l'anno orribile della pandemia, è necessario puntare al rilancio dell'economia. Per farlo bisogna partire da un taglio delle tasse che preveda l'abolizione dell'Irap, un anno fiscale bianco con lo stralcio delle cartelle esattoriali, la riduzione dell'Irpef con un'aliquota massima al 33% e una no tax area per i redditi fino a 12 mila euro». Serve insomma uno sguardo ampio per riformare il fisco, suggerisce anche Tajani. «Senza, l'economia non riparte» aggiunge.
E Giacomoni fa riferimento alla ricetta messa in campo da Berlusconi nel '94: «La stella polare della riforma fiscale deve essere la riduzione delle tasse e la semplificazione del sistema per creare ricchezza e posti di lavoro».
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