L'ultima vittoria elettorale oltre a galvanizzare i leader del centrodestra rafforza le ambizioni della coalizione. Il primo a esserne consapevole è Silvio Berlusconi che già pensa ai prossimi impegni politici, alla fitta agenda di riforme che condivide con gli alleati: dalla riforma fiscale, con la riduzione delle aliquote, alla semplificazione della burocrazia, fino alla riforma della giustizia in senso garantista. Senza dimenticare, come scrive su Instagram, «il sostegno agli anziani con l'aumento delle pensioni, l'offerta di concrete opportunità di lavoro per i nostri giovani».
Unica nota negativa, per il leader azzurro, la presa di posizione del Partito popolare europeo che con un comunicato ieri ha ribadito la linea ufficiale riguardo il conflitto ucraino-russo. Una nota che «respinge con fermezza le dichiarazioni fatte da Berlusconi sull'Ucraina e che non riflettono la nostra linea politica». «La Russia è l'aggressore - continua il comunicato -, l'Ucraina è la vittima. Non cederemo alla narrativa di Putin e l'Ucraina può contare sul nostro pieno sostegno».
A sera arriva la replica del diretto interessato. «Guardiamo ai fatti - ribatte -. Noi abbiamo sempre sostenuto il popolo ucraino, abbiamo sempre votato in Italia e in Europa senza esitazioni e tentennamenti il sostegno all'Ucraina con l'invio di finanziamenti e di armi. Io sono sempre stato e sto dalla parte del popolo ucraino e della pace. La mia speranza è quella che si possa trovare presto una soluzione diplomatica a questa guerra molto pericolosa per tutti. Ho semplicemente suggerito un grande Piano Marshall dell'Occidente per la ricostruzione dell'Ucraina, come possibile via diplomatica per mettere fine a questo conflitto».
Nel messaggio affidato ai canali social Berlusconi sottolinea la portata della vittoria in Lombardia e nel Lazio. «Ringrazio - scrive - gli elettori che hanno confermato come il centrodestra di governo rappresenti la maggioranza degli italiani, e come, all'interno del centrodestra, Forza Italia sia determinante numericamente e politicamente».
D'altronde gli stessi alleati, dalla Meloni a Salvini, con cui Berlusconi si è sentito lunedì sera dopo l'arrivo dei dati definitivi del voto, confermano la bontà della strategia. Che poi è essenzialmente la compattezza di fronte all'obiettivo comune di riformare il Paese e di garantire alle regioni il buon governo.
Già alla vigilia del voto Berlusconi lo aveva sottolineato: «Dalla vittoria alle regionali si potrà ottenere una spinta ulteriore per rafforzare l'azione del governo Meloni e della maggioranza che lo sostiene». Un governo e una maggioranza, rimarcava allora il leader azzurro, destinati a durare cinque anni.
È soprattutto la continuità del risultato delle Regionali con il voto delle politiche di settembre che Berlusconi rimarca. «Dimostra che la nostra azione nella maggioranza e nel governo è compresa e apprezzata dagli italiani - commenta -. Si deve tenere conto che Forza Italia non esprimeva nessuno dei due candidati presidenti, che hanno avuto un effetto trainante sulle liste dei loro partiti, tuttavia Forza Italia ha raccolto in entrambe le regioni un consenso pari o superiore a quello delle recenti elezioni politiche».
Rimane però una forte amarezza per il livello così elevato di astensioni.
«A Roma - sottolinea Berlusconi - ha votato soltanto un elettore su tre. Ma nonostante questo preoccupante e doloroso astensionismo la nostra coalizione ha vinto con un largo margine sulla sinistra e questo ci deve indurre a continuare con forte determinazione le nostre battaglie».
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